Velleda Bianchini con il nipote Stefano Albano, consigliere comunale del Partito democratico

L’AQUILA

Fuggì da Tito e divenne aquilana. Addio all'esule Valleda

Vedova dell’ex sindaco Umberto Albano, aveva cento anni. E' stata prima testimone dell’esodo istriano

L’AQUILA. È stata prima testimone di una delle grandi tragedie della storia italiana, quella dell’esodo istriano. Era giovanissima, dopo la fuga si trasferì all’Aquila, dove i genitori trovarono lavoro come barbiere e parrucchiera. Ed è qui che Velleda Bianchini divenne testimone in prima fila anche della storia del capoluogo abruzzese dal Dopoguerra in poi. Vedova dell’ex sindaco Umberto Albano, Velleda aveva cento anni, compiuti a maggio.

Poi, dopo la festa, le sue condizioni sono peggiorate. Se ne è andata lasciando i figli Vito Albano, segretario provinciale della Federazione dei medici di Medicina generale, e Caterina, pediatra in città. E i nipoti Eleonora e Stefano, quest’ultimo capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale. L’ultimo saluto a Velleda questa mattina alle 11 nella chiesa di San Pio X al Torrione.

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