SORVEGLIANZA

Funzionari infedeli in tribunale: riparte da capo il processo

L’AQUILA. Tempi lunghi per la definizione del processo a carico di alcuni dipendenti del tribunale di sorveglianza accusati (insieme ad altre persone) a vario titolo di assenteismo e altri reati...

L’AQUILA. Tempi lunghi per la definizione del processo a carico di alcuni dipendenti del tribunale di sorveglianza accusati (insieme ad altre persone) a vario titolo di assenteismo e altri reati connessi al loro lavoro. Si tratta di Paola e Luigina Oddi, Ferdinando Da Silva, Paolo Di Benedetto, Roberto Da Silva.

Infatti nella giornata di ieri c’è stato il cambio del collegio per via di una giudice che è andata in maternità. Per cui vi è stata una modifica nella composizione del collegio che resta presieduto da Giuseppe Grieco. Ma per poter andare avanti è stato necessario l’ok da parte delle difese con l’inevitabile ripartenza da capo con la ripetizione di tutti gli atti.

Si tratta di un processo che procede con lentezza estenuante anche per via degli innumerevoli rinvii imputabili a omesse notifiche.

Inoltre i difensori (Antonio Milo, Federico Porfirio, Silvia Ricci) tempo addietro avevano ricusato il collegio in quanto, a loro dire, erano potenziali parti civili gli stessi magistrati del tribunale aquilano e un componente del collegio veniva criticato nelle intercettazioni. Poi l’obiezione venne respinta.

Il processo, dunque, pare inevitabilmente incanalato verso la prescrizione, visto che le indagini sono iniziate cinque anni fa ed è difficile pensare che si possa arrivare al terzo grado di giudizio prima di sette anni e mezzo.

Le accuse non sono leggere anche se contestate punto per punto.

Secondo le indagini condotte dalla Finanza, negli uffici giudiziari era stato messo in piedi un vero e proprio sistema fatto di favoritismi nei confronti di condannati, falsi per coprire le assenze dal lavoro di funzionari di quegli uffici, attraverso la manomissione dei sistemi informatici, oltre a un tentativo di dare una mano a una candidata al concorso per avvocato.

La Procura ha dunque contestato, a vario titolo, agli imputati, i reati di falso, truffa, rivelazione di segreti, tentato abuso d’ufficio.

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