Fuoripista, l’ordinanza di divieto è da rifare Lo dice il prefetto

Contestata la mancata comunicazione all’autorità di governo Oggi guide alpine ed esperti riuniti per trovare la soluzione

L’AQUILA. Annullata l’ordinanza che vieta i fuoripista a Campo Imperatore. Il provvedimento era stato firmato dal sindaco Massimo Cialente lo scorso 29 gennaio, in seguito al grave incidente sul Gran Sasso costato poi la vita al medico aquilano Mario Celli.

Ma dopo soli due giorni, il 31 gennaio, lo stesso Cialente ha provveduto ad annullare l’ordinanza, su richiesta del prefetto Francesco Alecci. E oggi è stato convocato un tavolo di esperti del settore, con la partecipazione di guide alpine, che dovrà verificare quale sia la soluzione da adottare, per garantire la sicurezza in montagna, senza ricorrere a divieti drastici.

Ma vediamo com’è andata la vicenda.

Il 28 gennaio il 32enne aquilano viene travolto da una slavina durante un fuoripista nei Valloni e alcuni giorni dopo muore all’ospedale di Teramo.

Ma già a 24 ore dall’incidente, il sindaco dispone con un’ordinanza il divieto alla pratica dell’esercizio del fuoripista nella stazione di Campo Imperatore, nelle zone limitrofe o adiacenti le piste da sci, ma anche su «terreno d’avventura» in caso di precipitazioni con manto nevoso fresco e per le successive 48 ore dalle precipitazioni.

Il divieto è in vigore anche quando il bollettino Meteomont stabilisce un grado di pericolo uguale o maggiore a 3. I trasgressori rischiano multe da 25 a 500 euro.

Il provvedimento suscita una serie di critiche, soprattutto da parte degli amanti della montagna e degli operatori turistici, ma decisione analoga viene presa dal sindaco di Lucoli Valter Chiappini, che firma, per tutta la stagione, il divieto assoluto di escursioni alpinistiche e sci nelle montagne del suo comune. Anche in questo caso vengono previste sanzioni fino a 500 euro.

E poi arriva l’ordinanza del sindaco di Rocca di Cambio Gennarino Di Stefano che vieta però solo i fuoripista.

A rimescolare le carte ci pensa il prefetto Alecci, che il 31 gennaio invia una nota al Comune dell’Aquila, in cui chiede l’annullamento dell’ordinanza che riguarda il Gran Sasso, in quanto emessa «in carenza del preventivo invio all’autorità di governo», come previsto dalla legge.

Al sindaco Cialente non resta che annullare l’atto, comunicandolo alla prefettura, al comando della stazione forestale e dei carabinieri di Assergi e alla questura dell’Aquila.

«Il divieto per i fuoripista è stato per ora annullato», conferma Cialente, «ma occorre trovare una soluzione che garantisca la sicurezza ai frequentatori della montagna, offrendo allo stesso tempo un adeguato servizio di informazioni. Non potevamo restare inermi dopo la morte terribile di Mario Celli. Ma se non è possibile vietare in senso rigido, dobbiamo comunque capire, con gli esperti del settore, come tutelare i cittadini, segnalando al meglio eventuali situazioni di pericolo, come accade al mare con la bandiera rossa. Dopo la riunione del tavolo tecnico, si deciderà se intervenire con un’ordinanza diversa, o se adottare altri strumenti».

Romana Scopano

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