G8, anche Chiodi nella bufera "Non ho nulla da nascondere"

Inchiesta dell’Espresso: tra le ditte spunta Chiodi. Il commissario figura come supplente nel collegio sindacale di un’impresa «Sono onesto e sereno» Pd e Idv all’attacco

L’AQUILA. Un G8 tutto d’oro. È costato oltre mezzo miliardo di euro, tra i fondi spesi per La Maddalena e quelli per L’Aquila, il vertice dei «Grandi». Un’inchiesta del settimanale L’Espresso in edicola oggi fa le pulci ai conti. Spesi 24mila euro in asciugamani, 22mila 500 euro in ciotoline Bulgari d’argento, altri 350mila per televisori Lcd e al plasma e 10mila per i bolliacqua del the. Scoppia la polemica.

C’È ANCHE CHIODI
. E dai nomi passati al setaccio spunta fuori anche quello del commissario per la ricostruzione in Abruzzo Gianni Chiodi, presidente della Regione. Tra le segnalazioni di fornitori fatte dall’Espresso, figura anche Giulio Pedicone, titolare della «Pedicone Holding» e della «Las Mobili», azienda abruzzese che fabbrica attrezzature per uffici. La Las, scrive il settimanale, è stata chiamata a fornire mobili per circa 300mila euro. «Altrettanto sicuro, però, è che della “Pedicone Holding”, titolare del 64% della Las, dal 2007 è sindaco supplente Gianni Chiodi, commercialista con studio a Teramo in società con Carmine Tancredi, a sua volta cugino di Paolo, senatore Pdl». La Las fattura circa 100 milioni di euro all’anno.

LA REPLICA. Tirato in ballo per un incarico, comunque non retribuito, all’interno dell’organo sociale, Chiodi afferma di non sapere nulla di questa storia. «L’unica volta in cui ho parlato con Pedicone degli appalti del dopo-terremoto è avvenuto in un incontro pubblico all’Aquila, presenti i rappresentanti delle associazioni di categoria. Mi disse, presenti un bel po’ di testimoni, che aveva partecipato alle gare del progetto Case ma che non era risultato aggiudicatario. Tutto qui, nulla di segreto. Trovo questa polemica un modo triviale di fare politica. La mia onestà è a prova di bomba; sono sereno perché non ho nulla da temere». Poi aggiunge: «Se fosse sufficiente ciò per ingenerare un sospetto, cosa dire delle imprese locali aquilane e abruzzesi che hanno lavorato nelle scuole, al G8, al progetto Case, ovviamente conosciutissime dalle autorità locali, comunali e provinciali. Da un lato auspichiamo che le imprese abruzzesi trovino occasioni di lavoro. Poi, se le trovano, scatta il sospetto di malaffare». Quindi, la stoccata: «Si tratta del solito modo triviale di fare politica da parte della sinistra».

POLTRONISSIME
. Il vertice G8 è costato oltre mezzo miliardo di euro (512.474.178) tra i fondi spesi per la Maddalena e quelli per L’Aquila. Tra le altre spese di una certa entità segnalate ci sono le forniture delle poltrone Frau, noleggiate a un costo di 373mila euro. La spesa di oltre mezzo miliardo di euro si divide in due: per dotare l’isola sarda di alberghi, sale conferenze, porti e giardini erano già stati spesi 327 milioni 500mila euro, fondi ora agli atti dell’inchiesta di Firenze, mentre per l’appuntamento nel capoluogo abruzze se sono stati spesi altri 184 milioni 974mila euro.

LE REAZIONI. «Il Senato avvii subito un’indagine conoscitiva che faccia luce sugli enormi interrogativi e sugli intrecci affaristici legati al G8 mancato alla Maddalena e a quello realizzato all’Aquila». Lo chiede il senatore Pd Giovanni Legnini. «Quello che sta emergendo», spiega, «delinea un quadro di enorme dispendio di risorse e di assegnazione dei lavori sul quale va fatta chiarezza. È incredibile come risorse così ingenti siano state gestite con criteri privatistici privilegiando amici, clienti e parenti nella gestione di lavori e servizi. Una modalità disinvolta e senza precedenti, sintomatica di una concezione padronale e domestica delle funzioni e delle risorse pubbliche. Cosa ancor più grave è che tutto ciò avveniva di fronte a cittadini duramente colpiti dal terremoto bisognosi di tutto».

«LE PECORE AL LUPO». Michele Fina e Silvio Paolucci, rispettivamente segretari Pd provinciale e regionale, vanno all’attacco: «Chiodi chiarisca la sua posizione: non vorremmo aver affidato le pecore al lupo». I due esprimono «stupore e rabbia» per «gli sprechi del governo per il G8, prima alla Maddalena e poi, soprattutto, all’Aquila». «Non ci si riesce a capacitare di come ci siano ancora persone senza una casa, che presto, forse, dovranno ricominciare a pagare le tasse e che nulla sapevano di un evento, importante e utile per la città, ma che scopriamo essere costato quasi 200 milioni che in parte sarebbero potuti servire per la ricostruzione. L’Aquila aveva e ha bisogno dei riflettori, ma non in sostituzione di ogni possibile risorsa dedicata alla ricostruzione. Attendiamo un chiarimento da Gianni Letta, personalità istituzionale che sempre si è contraddistinta per la sua correttezza e trasparenza. Le notizie che ci lasciano più interdetti sono quelle riguardanti il presidente Chiodi, al quale avevamo chiesto da subito un osservatorio per la trasparenza delle operazioni riguardanti l’emergenza terremoto e che oggi ci fanno sentire come “quelli che affidano le pecore al lupo”. Chiarisca ed eventualmente smentisca il prima possibile il commissario subentrato a Bertolaso, così che si possa capire se il prima possibile non debba essere il commissario a essere commissariato».

IDV IN CAMPO. L’Italia dei Valori annuncia un’interrogazione parlamentare urgente. «Chiediamo al governo di fornire dettagliate e valide motivazioni per giustificare un dispendio di denaro che appare oltre modo spropositato», scrivono Massimo Donadi, Antonio Borghesi e Fabio Evangelisti (Idv) che chiedono al premier «se, alla luce delle ingenti somme di denaro pubblico già spese per la Maddalena e delle recenti inchieste giudiziarie, ritiene ancora oggi che sia stata opportuna la decisione di spostare il G8 all’Aquila».

INTERCETTAZIONI-BIS. Ci sarebbero anche intercettazioni nel fascicolo dell’inchiesta della procura dell’Aquila tesa a scovare i comitati d’affari negli appalti del G8 dell’Aquila e per il terremoto. I pm stanno lavorando sulle risultanze e ci sarebbe materiale sul quale la Procura fa molto affidamento. Il procuratore Alfredo Rossini: «Le intercettazioni? Può darsi». Rossini ha mantenuto il più stretto riserbo sulle indagini e sui tempi per i primi provvedimenti.