Gasdotto, l'iter approda in Regione

Convocata una conferenza di servizi sull'impianto, preoccupati i comitati

SULMONA. A giorni potrebbe arrivare il via libera alla centrale del gas che - secondo la Snam - dovrebbe sorgere a Case Pente, nei pressi del cimitero sulmonese. Giovedì 29 settembre, la Regione ha convocato la conferenza dei servizi sull'impianto che dovrebbe servire il metanodotto Sulmona-Foligno (167 chilometri). Preoccupati i Comitati per l'ambiente.

Sistemata la pratica dell'acquisizione dei terreni, la multinazionale si appresta a incassare il sì alla centrale, visto che la realizzazione del metanodotto è già stata portata avanti in alcuni suoi tracciati al sud.

I Comitati cittadini per l'ambiente, che hanno convocato un incontro urgente con i consiglieri provinciali di maggioranza e minoranza per stanare la posizione della Provincia sul progetto, parlano di un'accelerata improvvisa che avrebbe subìto l'iter autorizzativo dell'opera.

Nel giugno scorso, la Snam ha già portato a casa il decreto di pubblica utilità del ministero dello Sviluppo economico (le cui osservazioni scadranno i primi di ottobre), arrivato dopo il via libera del 7 marzo scorso da parte dei ministeri dell'Ambiente e della Cultura, che hanno recepito il parere della Commissione nazionale Via (valutazione di impatto ambientale) - seppur con le dovute prescrizioni. Ora a fine mese è attesa la pronuncia sull'autorizzazione integrata ambientale alla centrale. Coinvolti nell'iter della conferenza dei servizi: Comune di Sulmona, Provincia, Arta, Servizi regionali tutela del paesaggio e rifiuti, Consorzio per lo sviluppo Industriale. Sale, dunque, la preoccupazione dei Comitati cittadini per l'ambiente, vista la ripresa a grandi passi dell'iter autorizzativo e a ciò si aggiunga un passaggio di competenze fra i ministeri delle infrastrutture e dello sviluppo economico, che avrebbe l'effetto di accelerare ancor di più le procedure.

«La Snam ha chiesto al ministero delle infrastrutture», rivela Mario Pizzola, portavoce dei Comitati, «di stoppare l'iter, avocando tutte le autorizzazione al ministero dello sviluppo economico che ha già rilasciato il decreto di pubblica utilità e provvederà a emanare il decreto definitivo. Quindi, tra un mese o due, tutto potrebbe essere concluso.

Chiediamo alla Provincia di impugnare il provvedimento davanti al Tar del Lazio prima della scadenza del 10 ottobre prossimo e di contestare in sede di conferenza l'opera». All'incontro hanno partecipato, fra gli altri, i consiglieri provinciali Enio Mastrangioli e Amedeo Fusco (Pd), Lucia Pandolfi (Idv) e Paolo Federico (Lista civica). Assenti per altri impegni i consiglieri, Fernando Caparso (Pdl) e Andrea Gerosolimo (Udc). «Prederemo una posizione forte nei confronti dell'amministrazione provinciale», annuncia il consigliere Mastrangioli, «l'amministrazione deve prendere una posizione netta su un progetto del genere».

Il termine ultimo per gli enti coinvolti dal progetto per ricorrere al Tar è il 10 ottobre. «Non possiamo fare altro che allinearci dalla parte dei cittadini per tutelare i loro interessi in questa vicenda», aggiunge il consigliere provinciale, Federico.

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