Gasdotto, la Snam ci riprova

Nuovi progetti al ministero, ora si aspetta il via libera.

SULMONA. I no di ambientalisti e consiglio comunale non fermano la Snam. La multinazionale torna alla carica su centrale del gas e metanodotto. Ha infatti ripresentato integrazioni ai due progetti. Entro 42 giorni si dovranno fornire eventuali osservazioni ai ministeri. Il gasdotto attraverserebbe 21 comuni abruzzesi.
Istanze, osservazioni o pareri potranno arrivare per iscritto ai ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali entro il 4 marzo. Dopo la penultima presentazione di richiesta di pubblica utilità, arrivata a due giorni dal terremoto (8 aprile), lo scorso 15 gennaio la Snam ha ripresentato delle integrazioni ai due progetti, così come richiesto dai ministeri competenti il 13 novembre.

La richiesta di opera di pubblica utilità venne già accolta a giugno del 2004. Tra iter burocratici, richieste di permessi ai vari Enti e opposizione delle comunità locali, sono scaduti i cinque anni di validità del provvedimento. Fatto che non ha scoraggiato la multinazionale. Snam che ora aspetta il via definitivo. Dal 2005 è infatti ripreso un carteggio molto intenso della Snam, con la produzione di studi di compatibilità ambientale, integrazioni ai progetti e richieste di pubblica utilità, che continua fino ad oggi. Il progetto prevede la realizzazione di una centrale di compressione gas da 75 bar, con relativo gasdotto, nei pressi del cimitero, fra Case Pente, Case San Mariano e Colle Savente, in un’area di 12 ettari.

Tre i turbocompressori meccanici previsti, da 11 megawatt l’uno, alti dieci metri; oltre a tre caldaie e un camino di 14 metri. Sulla carta la superficie dell’area individuata risulta divisa a metà fra gli impianti e un’area verde. Inoltre, le strutture dovrebbero essere montate 4 metri al di sotto del livello della strada e incassate in cabinati, che servono sia per renderle meno visibili sia per ridurre il rumore delle turbine. Stando ai dati forniti dalla stessa azienda, per l’ossido di azoto le emissioni saranno di 18 chili all’ora, per il monossido di carbonio di 24,5. Il progetto del metanodotto è invece ancora più impattante, visto che sul suo percorso di quasi 169 chilometri tocca tre regioni (Abruzzo, Umbria e Lazio).

Il tracciato dovrebbe attravresare i seguenti comuni: Sulmona, Pacentro, Pratola Peligna, Roccacasale, Corfinio, Collepietro, Navelli, Caporciano, San Pio delle Camere, Prata d’Ansidonia, Fagnano Alto, San Demetrio ne’ Vestini, Poggio Picenze, Barisciano, L’Aquila, Pizzoli, Barete, Cagnano Amiterno, Montereale e Popoli. Molti di questi comuni sono stati colpiti dal terremoto dell’anno scorso. Il piano ha sollevato una serie di polemiche. Il Comitato ambientalista guidato da Mario Pizzola si è sempre opposto sia al metanodotto che alla centrale di compressione e spinta del gas. Sul caso si è pronunciato con un no anche il consiglio comunale di Sulmona, anche se il sindaco Federico ha sempre lasciato una porta aperta alla Snam. In caso di lavori, il Comune vorrebbe un congruo risarcimento.