Gasdotto, paura in città: «Non avremo più voce»

Gli ambientalisti, i medici e i rappresentanti di Comune e Regione preoccupati dopo la bocciatura della Corte costituzionale alla legge sulla sicurezza

SULMONA. La bocciatura della Corte costituzionale alla legge regionale sulla sicurezza dei metanodotti impone un brusco stop alla battaglia del no a centrale e metanodotto Snam. Il fronte del no, sul provvedimento regionale sulle distanze dei metanodotti a salvaguardia dell’incolumità pubblica, aveva riposto grosse speranze. La consulta, dunque, sembra anticipare l’esito del referendum, la cui eventuale riforma costituzionale rimette in capo allo Stato certe decisioni, svuotando ulteriormente di competenze Regioni ed enti locali.

«Sottraendo alle Regioni la potestà legislativa e togliendo l’intesa Stato-Regione in materia di energia, in assoluto le due misure più efficaci nella nostra lunga lotta contro il devastante progetto della Snam», interviene Mario Pizzola per gli ambientalisti, «gli enti istituzionali, le associazioni ambientaliste, i comitati e tutti coloro che si oppongono a opere impattanti imposte dall’alto e dannose per l’ambiente e la salute non avranno più voce».

Anche Clotilde Iavarone, presidente di “Orsa pro natura peligna”, rivendica la parità tra Stato e Regione: «È importante sottolineare che la Corte costituzionale ha sempre posto su un piano di assoluta parità Stato e Regione, nel senso che nessuna delle due parti può prevaricare l’altra e che quindi l’intesa, necessaria quando si tratta di infrastrutture energetiche, è uno strumento forte che obbliga a trovare un accordo prima di giungere a una decisione definitiva».

Chiede attenzione per i territori il sindaco di Sulmona Annamaria Casini. «Mi sono prima impegnata in campagna elettorale e poi subito dopo la mia elezione con la delibera di consiglio comunale a impedire la realizzazione della centrale e del metanodotto Snam», conferma. «Non si possono non sentire le nostre richieste». La delibera che impegna il sindaco «ad attivare il tavolo tecnico istituzionale con le amministrazioni di altri territori interessati all’opera, anche di fuori regione, per scongiurare la realizzazione sia della centrale che del metanodotto», è stata approvata all’unanimità dal consiglio il 16 settembre scorso.

«Fondamentale sarà il coinvolgimento degli altri Comuni e dei territori attraversati dal progetto», aggiunge l’assessore all’Ambiente Alessandra Vella, «altrimenti con questo svuotamento di competenze non andremo da nessuna parte».

Il mese dopo, precisamente il 20 ottobre, è arrivato anche il no della giunta regionale in risposta alla richiesta del ministero dello Sviluppo economico dei pareri sul progetto. Su sollecitazione dell’assessore regionale alle Aree interne, il sulmonese Andrea Gerosolimo, e del sottosegretario alla presidenza della giunta regionale Mario Mazzocca, la Regione si è opposta alla classificazione all’interno della rete nazionale dei gasdotti Sulmona-Foligno e Sulmona-Oricola. Da capire, ora, la validità di questi atti, alla luce dell’ultima interpretazione della Consulta. In particolare Gerosolimo pone l’accento sul rischio sismico. «Il tracciato del metanodotto, oltre a insistere su un’area caratterizzata da intensa sismicità e a intersecare il territorio di molti Comuni già ricompresi nel cratere del terremoto del 2009, si dispiega sui territori dei Comuni interessati dagli eventi sismici degli ultimi mesi», ricorda Gerosolimo.

Il Comitato medici ha più volte denunciato i rischi per la salute connessi alla centrale a gas: aumento esponenziale di ictus e infarti, con conseguente aggravio della spesa sanitaria di 24mila euro all’anno per ogni 10 pazienti. Dati presi in prestito dallo studio di Agostino Di Ciaula, medico barese che ha analizzato l’incidenza delle patologie respiratorie e vascolari a Modugno, una città del Barese dove si trova una centrale del gas. La ricerca è stata allegata a supporto delle osservazioni contrarie al metanodotto e alla relativa centrale Snam dai membri della commissione di Patologia ambientale dell’Ordine dei Medici dell’Aquila, Maurizio Proietti e Maurizio Cacchioni.

©RIPRODUZIONE RISERVATA