Gasdotto Snam, le ragioni del no

Comuni e comitati confermano i ricorsi e sollecitano la legge regionale

L'AQUILA. Un convegno per approfondire le ragioni che hanno portato amministrazioni locali, comitati e associazioni a dire no al gasdotto che la Snam ha progettato di realizzare sulla dorsale appenninica.

L'iniziativa, l'ennesima da quando è scattata la mobilitazione contro l'opera, si è tenuta ieri mattina all'auditorium della Carispaq. Recentemente la Snam ha ottenuto, seppur con molte prescrizioni, la dichiarazione di compatibilità ambientale dai ministeri dell'Ambiente e dei Beni culturali. Un decreto che riguarda il tratto Sulmona-Foligno, lungo 170 chilometri 20 dei quali nel territorio del comune dell'Aquila. Una decisione contro la quale i Comuni interessati, il comitato «No tubo» e le associazioni stanno predisponendo ricorsi al Tar. Il convegno, fissato in agenda prima ancora dell'arrivo delle ultime decisioni governative, è servito a documentare - attraverso una serie di studi e relazioni - le ragioni del no.

«E a rinsaldare» ha affermato l'assessore all'Ambiente del Comune dell'Aquila, Alfredo Moroni, «il metodo del coordinamento creato per dare forza a questa azione di contrasto».

Le relazioni illustrate nel corso dell'iniziativa, alla quale hanno preso parte anche i parlamentari abruzzesi Giovanni Lolli e Alfonso Mascitelli, nonché molti amministratori locali arrivati anche da Umbria e Marche, hanno riguardato i diversi impatti negativi che l'opera andrà a creare. Oltre alle relazioni sui rischi, a cominciare da quelli per l'ambiente e la salute, sono stati trattati anche gli aspetti giuridici della vicenda.

«Un convegno utilissimo» ha commentato Moroni, che del coordinamento è il presidente, «perché la nostra posizione è stata rafforzata da una serie di ragioni, tutte documentate. La Snam sta cercando di accelerare l'iter per gli espropri. Per quel che ci riguarda il gasdotto dovrebbe attraversare alcuni territori, quali quelli di Paganica, Camarda, Collebrincioni, San Vittorino, Arischia. Ma molte delle aree in questione sono di proprietà delle amministrazioni dei Beni separati, cosicché sarà più complicato per la Snam avere quei terreni. Noi, comunque, andremo avanti con altre iniziative di contrasto. E solleciteremo il consiglio regionale ad approvare il disegno di legge volto a bloccare la realizzazione in Abruzzo di opere del genere. Chiederemo anche di accorciare i tempi per l'audizione sulla risoluzione, volta a bloccare il gasdotto, presentata da Lolli e da altri parlamentari. Ci batteremo affinché il problema assuma un carattere nazionale. Tanto più che questo metanodotto, che attraverserà L'Italia snodandosi per quasi 700 chilometri, servirà solo a portare il gas dall'Algeria al centro Europa. Un progetto potenzialmente dannoso e pericoloso, nonché inutile».

Al prossimo incontro verrà presentata la proposta di un percorso alternativo, magari lo spostamento in mare, alla dorsale appennica.

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