Giovanardi difende Cavaliere

Il sottosegretario: in libertà limitata per una decisione surreale

L'AQUILA. Il sottosegretario Carlo Giovanardi «indossa» per una volta la toga da avvocato e difende Gianfranco Cavaliere e Fabrizio Traversi indagati sulla presunta tentata truffa sui fondi del sociale. E, inoltre, esprime solidarietà ai vescovi. L'uomo di governo è intervenuto sulla vicenda a margine di un convegno a Cesena organizzato dalla Federazione italiana settimanali cattolici. Giovanardi, dunque, ha difeso Gianfranco Cavaliere «sottoposto a dimora obbligatoria con un provvedimento surreale soltanto perché si adoperava per il bene della città, lo si accusa ora di interesse politico perchè voleva trarre vantaggio da questa situazione; ma la Pezzopane e tutti i politici non fanno la stessa cosa? non pensano anche al proprio elettorato?», Di Traversi ha detto che la frase uscita dalle intercettazioni "è il terzo terremoto che mi faccio" «si riferiva al fatto che dall'Umbria in poi si occupa di ricostruzione, pertanto ha esperienza nell'istruire progetti per il sociale».

Il sottosegretario ha ricordato l'incontro nel suo studio a palazzo Chigi l'anno scorso durante la manifestazione a Roma quando il vescovo Giovanni D'Ercole e il sindaco Massimo Cialente litigarono perché il presule diceva «se voi non presentate niente allora ci pensiamo noi ad elaborare i progetti». «Si può per questo accusare di truffa» ha aggiunto «il vescovo che voleva operare per il bene della città? Ma ai due vescovi esprimo tutta la mia solidarietà. Anche perchè tengo a precisare» ribadisce Giovanardi «che io sono la parte lesa. Con quei soldi nessuno poteva mettere in atto una truffa poiché non c'era lo strumento per attingere ai miei fondi e la Fondazione non avrebbe potuto prendere un euro. I fondi potevano essere erogati solo ai Comuni. Ma dal Comune dell'Aquila sto ancora aspettando i progetti e a questo si riferiva la frase del vescovo "tieni ferma la barra", cioè blocca i soldi fino a che i progetti non sono presentati. La Pezzopane, che continua a fare polemiche furibonde, non ricorda che io ho la lettera in mano in cui mi chiedeva di entrare a far parte della Fondazione?».

«I soldi ce li ha ancora Palazzo Chigi» ha detto «ma sarà difficile che verranno dati al capoluogo. La Pezzopane, poi, continua a dire che i soldi vanno dati al Comune dell'Aquila e vuole che io e Chiodi rifacciamo tutto da capo. E poi parla di disoccupazione, di giovani. Ma cosa c'entra questo con i miei fondi? Noi per legge possiamo dare quei soldi solo per bambini e anziani. Gli altri problemi andranno risolti in modo diverso. E poi perché tutti all'Aquila? Gli altri comuni sono forse diversi? Comunque penso che all'Aquila i soldi non andranno perché il sindaco non ci ha presentato i progetti da noi sollecitati. Altri centri minori lo hanno fatto e quindi i fondi premieranno questi ultimi». Infine, sulla scorta di tali affermazioni, il triste presagio che speriamo non si avveri: «Sarà difficile ricostruire L'Aquila».

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