Gli ambientalisti contro la nuova seggiovia Fontari

Sette sigle contestano il progetto per l’impianto di risalita «A rischio habitat prioritari ricchissimi di biodiversità»

L’AQUILA. «No alla nuova seggiovia delle Fontari. Occorre cambiare politica per garantire davvero uno sviluppo sostenibile del territorio». Lo affermano, in una nota, le associazioni ambientaliste Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness, Pro Natura, Salviamo l’Orso, Tci Pescara e Wwf. Le associazioni chiedono scelte diverse e moderne «per una vera valorizzazione della montagna, guardando al futuro e non al passato». Contestato il parere favorevole del Consiglio direttivo del Parco, «basato su presupposti non veri».

«Il parere fornito dal Consiglio direttivo del Parco»,. si legge in un documento congiunto, «è in aperto contrasto con l’esito dell’istruttoria del suo stesso servizio scientifico, nonché con le norme della Direttiva Cee Habitat e il Dpr di recepimento e attuazione».

«L’area di Campo Imperatore è infatti interamente compresa in due siti tutelati dalla Rete “Natura 2000”, la Zona di Protezione Speciale IT7110128 e il sito di interesse comunitario IT 7110202. La realizzazione di progetti che abbiano un’incidenza significativa su habitat e specie prioritari di interesse comunitario può essere approvata soltanto per “motivi imperativi di rilevante interesse pubblico” e solo con il parere obbligatorio e vincolante della Commissione europea. Il progetto è anche in contrasto con la Legge quadro sulle aree protette 394/1991, con il Dpr 5 giugno 1995 con il quale è stato istituito il Parco e con lo stesso Piano del Parco, approvato con delibera dal Consiglio direttivo dell’Ente in data 21/12/1999».

«L’argomentazione addotta dal Parco, secondo la quale la nuova seggiovia Campo Imperatore-Osservatorio costituirebbe un intervento di “mera sostituzione” di quella delle Fontari attualmente presente, è palesemente non corrispondente alla realtà dei fatti: il nuovo tracciato della seggiovia, infatti, sarebbe lungo quasi il doppio di quello esistente (da 800 a circa 1600 metri), spostandosi oltretutto di circa 150 metri verso Nord. Le associazioni chiedono al comitato regionale Via di respingere il progetto, in quanto totalmente incompatibile con il territorio del Parco e in palese contrasto con le normative europee e nazionali. I membri del comitato Via devono sapere che, in caso di eventuale approvazione del progetto, si esporrebbero a possibili azioni legali e a sicuri ricorsi amministrativi. E che la Commissione Europea aprirebbe certamente una procedura d’infrazione. Come riportato nelle “osservazioni” agli Studi di impatto e incidenza ambientale inviati dalle associazioni al comitato lo scorso anno e ora anche nell’istruttoria del servizio scientifico del Parco stesso, l’eventuale realizzazione della nuova seggiovia distruggerebbe in modo irreparabile habitat prioritari di alta quota di interesse comunitario ricchissimi di biodiversità (in particolare quello denominato “6230 - Formazioni erbose di Nardo”, come da ammissione degli stessi proponenti nelle recenti integrazioni allo studio di incidenza ambientale) contravvenendo alla direttiva Habitat e alle relative leggi nazionali di recepimento».