Inaugurati nuovi edifici sacri a San Gregorio e a San Demetrio. Tanta gente a Santa Maria di Farfa

Gli aquilani si ritrovano nelle chiese

Distribuzione dei rami d’ulivo: cerimonie affollate e tanta commozione

L’AQUILA La commozione del parroco don Domenico Marcocci, è stato il momento più bello e significativo della cerimonia di inaugurazione della nuova chiesa di San Gregorio, cerimonia che ha coinciso con la domenica delle Palme.
Don Domenico ha ricordato come un anno fa aveva celebrato l’ultima messa nella storica chiesa dedicata al santo protettore. Poi il sisma l’ha cancellata.
«Oggi grazie alla Provvidenza e alla generosità di un benefattore, San Gregorio torna ad avere il suo luogo sacro, è questo il segno che Dio non ci abbandona anche quando tutto sembra perduto» ha detto don Marcocci. Il benefattore a cui il parroco si è riferito è un imprenditore marchigiano Enrico Bracalente (titolare del marchio calzaturiero Nero Giardini) il quale ha messo a disposizione 300 mila euro.

Il lavoro è stato affidato a tutte imprese abruzzesi. Bracalente ieri pomeriggio ha tagliato il nastro della nuova chiesa con a fianco l’arcivescovo Giuseppe Molinari che, in mattinata, era stato a San Demetrio a inaugurare un’altra chiesa, quella dedicata ai Santi Protettori del territorio vestino.
L’aspetto che forse va sottolineato di più delle cerimonie religiose della domenica delle Palme è la grande partecipazione di fedeli. Sarà stata forse anche la bella giornata di sole fatto sta che ovunque le chiese si sono riempite. E’ accaduto per esempio a Santa Maria di Farfa, nel centro storico dell’Aquila, dove ieri mattina il rettore don Oreste Stincone è tornato a celebrare messa e lo farà ogni domenica alle 9,30. Con lui c’era il vescovo ausiliare Giovanni D’Ercole. Commozione a Onna, dove le palme sono state distribuite nel luogo che ricorda le 40 vittime del sisma.

Ma in ogni paese il ramo d’ulivo è stata occasione per ritrovarsi, incontrarsi e salutarsi dopo un anno di fuga dai luoghi spezzati dalla scossa del sei aprile.
ANIME SANTE. Centinaia di fedeli si sono radunati ieri pomeriggio anche nella chiesa delle Anime Sante dove monsignor D’Ercole ha benedetto i rami d’ulivo. Poi il corteo è passato accanto al tendone di piazza Duomo, dove era in corso la riunione dei comitati cittadini, per dirigersi verso la basilica di Collemaggio. Una curiosità. Durante il percorso, il pastorale di D’Ercole ha perso il supporto di gomma che si trova alla base, che è stato raccolto da un fedele e riavvitato prontamente da un diacono.

L’arcivescovo Molinari ha presieduto la liturgia leggendo le parole di Gesù nella Passione secondo Luca e pronunciando, a braccio, una brevissima omelia: «Preghiamo perché, riflettendo sul mistero della Pasqua, si possano trovare le risposte alle tante domande che ci affollano in questi giorni così intensi nel ricordo della tragedia che ci ha colpiti».
Parole pronunciate mentre i piccioni svolazzavano a più non posso tra le navate della basilica coperta da una struttura in acciaio e plexiglass.

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