Gli indagati: mai pensato di fare attentati

Inchiesta neofascisti, le difese a gip e pm: «Solo interesse storico per la seconda guerra mondiale»

L’AQUILA. Prima un interrogatorio davanti al pm, poi un altro davanti al gip per la convalida. Procede a ritmi serrati l’istruttoria nell’ambito dell’inchiesta «Aquila nera» del Ros dei carabinieri che ha bloccato sul nascere l’attività eversiva di un gruppo d’ispirazione neofascista. Un gruppo di esaltati, secondo le risultanze investigative, e per questo potenzialmente molto pericoloso. Ieri, però, i due indagati hanno rigettato le accuse prendendo le distanze dai progetti di far «saltare in aria» politici e magistrati, tutti argomenti da loro condivisi su Facebook. «Il mio assistito si è mostrato collaborativo ma ha potuto spiegare solo la sua posizione, che è marginale. Al pm non ha potuto dire di più in quanto non sa niente su quanto gli è stato chiesto».

Così l’avvocato Gabriele Torello al termine dell’interrogatorio davanti al pm Antonietta Picardi del suo assistito Franco Montanaro, una delle 11 persone finite in carcere (altri 3 sono ai domiciliari) nell’ambito dell’operazione dei carabinieri.

Il 46enne originario di Roccamorice (Pescara) ha accettato la convocazione della procura distrettuale antimafia del capoluogo dopo essersi sottoposto nei giorni scorsi all’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari a Pescara tramite rogatoria. «Il mio assistito ha voluto spiegare come si è ritrovato nella riunione che poi è l’unica contestazione sul suo conto», ha chiarito il legale, per il quale «dire che la posizione di Montanaro è marginale è addirittura esagerato: è solo una persona che ha la passione per la seconda guerra mondiale che non si è reso conto della situazione».

L’avvocato Torello ha presentato istanza di scarcerazione e, in subordine, la concessione degli arresti domiciliari. Davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia è successivamente sfilato Luigi Di Menno Di Bucchianico, 47 anni, di Lanciano, uno dei tre finiti ai domiciliari.

Secondo il suo legale, Giancarlo Del Torto, «ha chiarito la sua posizione spiegando che non è un pericoloso terrorista». «Non pensava di ritrovarsi in questa situazione, è una persona normale che pensava di poter esprimere una critica e un disagio sociale ma assolutamente senza nulla di violento», ha aggiunto il legale. Anche l’avvocato Del Torto ha presentato istanza di rimessione in libertà o, in subordine, una misura meno afflittiva. «Sono fiducioso che anche il giudice Gargarella abbia capito la posizione di una persona che inizialmente non era tra gli arrestati». Del Torto, (che condivide la difesa con l’avvocatessa Spinelli) ha aggiunto che il 47enne lancianese si era allontanato da tempo da quel gruppo, una volta intuito dove i principali indagati sembravano andare a parare.

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