Gli operai: «Quale destino per l’Accord Phoenix?»

Lettera aperta a Cialente e a Lolli a tre anni dall’annuncio del nuovo insediamento «Ringraziamo le autorità per l’impegno profuso ma ci servono risposte chiare»

L’AQUILA. Un’unica domanda: «Che fine ha fatto Accord Phoenix?». La rivolgono, in una lettera aperta indirizzata al sindaco Massimo Cialente e al vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, gli ex lavoratori del polo elettronico, che vedono le loro ultime speranze di ricollocazione appese all’operazione lanciata dall’ingegnere anglo-indiano Ravi Shankar: l’insediamento all’Aquila di un sito per lo smaltimento dei rifiuti elettronici. «Circa tre anni fa, in una affollata assemblea», scrivono i lavoratori a Cialente a Lolli, «spiegavate a noi ex lavoratori del polo elettronico provenienti dai fallimenti di Finmek Solution, Fida, Cn System, Intercompel e P&A, che era giunta la fine del nostro calvario: dopo anni di deserto industriale, all’Aquila arrivava un’azienda, la Accord Phoenix, che in virtù della possibilità di collocarsi nei capannoni del polo elettronico e della fruizione del finanziamento del 5% dei fondi Cipe, avrebbe riassorbito circa 120 lavoratori. In noi si riaccese la speranza, forse aveva ancora senso vivere nella nostra amata città. Abbracciammo tutti questo progetto, tanto da spingerci a scacciare a spada tratta chiunque minacciasse la reindustrializzazione del polo elettronico: presidi contro le fiere, dichiarazioni di ostilità verso chi paventava cambiamenti di destinazione d’uso dei locali del polo, ovazioni nei confronti dei segretari Pd portati a sfilare nella Pompei industriale dell’Aquila. Ci mobilitammo perfino con una lettera, e unici a farlo nelle prime ore, affinché Cialente ritirasse le sue dimissioni, giammai queste avessero potuto compromettere l’affare Accord. Abbiamo perorato Lolli come vicepresidente alla regione con delega alle attività produttive, plaudendo al governatore D’Alfonso che in visita al polo ci promise la soluzione alla nostra odissea lavorativa. Anche il prefetto è stato da noi chiamato in causa per poterci aiutare a fare chiarezza. Si badi bene che tutto ciò non è stato fatto in virtù della vostra promessa di lavoro, è stato bensì fatto con il cuore, perché noi alla possibilità che in questa città martire vi sia una rinascita industriale ci crediamo davvero. Con questa lettera, che è in realtà un appello, poniamo un'unica domanda:che fine ha fatto Accord Phoenix? Per 80 di noi tra 20 giorni scade l’ultimo ammortizzatore sociale, altrettanti lavoratori ad ottobre resteranno a reddito zero». Quindi la conclusione: «Il tempo è scaduto, dopo tre anni non è il caso di prorogare o di dire che c’è l’ennesima carta mancante, 180 lavoratori hanno il diritto ad avere una risposta a breve. Vi ringraziamo per lo sforzo profuso, chiedendovi però una risposta definitiva».

Romana Scopano

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