Gran Sasso, gestione nel mirino

La denuncia di Appello per L’Aquila: al Centro turistico troppe consulenze, il presidente si dimetta

L’AQUILA. Sul Centro turistico del Gran Sasso «c’è stata una gestione poco trasparente». È l’accusa che muove all’amministrazione comunale il movimento Appello per L’Aquila. «Il 25 luglio scorso si è svolta una seduta della V Commissione Garanzia e Controllo», si legge in una nota del movimento. «All'ordine del giorno la gestione del Centro turistico del Gran Sasso (Ctgs ). In commissione sono stati sentiti il presidente del consiglio d’amministrazione Alessandro Comola e il presidente dei Revisori dei conti Ettore Perrotti. Il Ctgs è una spa con unico socio il Comune, quindi completamente controllata dalla nostra amministrazione», spiega la nota del movimento che fa capo al consigliere Ettore Di Cesare.

«Si sono rilevati dei fatti, acquisiti da atti aziendali o riferiti da Perrotti, che se veritieri sarebbero indice di una gestione per nulla trasparente e poco oculata dell'azienda che, ricordiamo, da molto tempo soffre di un pesante indebitamento.Ci riferiamo», prosegue la nota, «a notizie sulla possibilità della mancanza di molti verbali delle riunioni del consiglio d’amministrazione dall'inizio dell'anno fino ad oggi. Inoltre, come riferito da Perrotti, alcuni consigli d’amministrazione sarebbero stati convocati con un preavviso di soli 30 minuti. Risulterebbero, inoltre, pagamenti per consulenze di cui non si troverebbero i relativi contratti di affidamento negli atti aziendali». «Molte di queste consulenze sarebbero state svolte da società e persone di Genova, città di provenienza del presidente Comola. In alcuni casi si giunge al paradosso che per prestazioni di 5mila euro si pagano, per i primi sei mesi dell'anno, altri 4mila euro di rimborsi spese per le trasferte sostenute tra Genova e L'Aquila. E non parliamo di consulenze specialistiche irreperibili nei nostri territori. Alcune sedute del cda sarebbero state presiedute, in qualità di segretario, da consulenti genovesi con rimborsi spese di oltre mille euro a seduta. In precedenza queste mansioni erano affidate a personale interno dell'azienda con zero costi».

«Non si può far a meno di chiedersi», insiste Appello per L’Aquila, «se è questa una gestione oculata, vista anche la grave situazione debitoria in corso, se queste scelte sono indice di una sana ed economica amministrazione». «Ci chiediamo, inoltre, se sia questa la gestione migliore per il rilancio del Gran Sasso e della nostra economia turistica a cui servirebbe una strategia lungimirante di messa a sistema di tutte le potenzialità del territorio. Non ci sembra la strada giusta, senza trasparenza non ci può essere efficienza. E di trasparenza e di economicità nella gestione dell'avvocato Comola sembra non esserci traccia».

«Se queste notizie fossero confermate, crediamo che sarebbe inevitabile da parte del socio unico (il Comune dell'Aquila) procedere all'immediata rimozione del presidente Comola dal delicato ruolo che ricopre».

«Questo a tutela del Comune, del Centro turistico e dei suoi dipendenti, degli operatori della zona oltre che, naturalmente dei cittadini, i veri azionisti di quell'azienda». «I riscontri li avremo presto, visto che abbiamo provveduto a una richiesta di accesso agli atti del Centro turistico, nel rispetto del principio del controllo quale pieno esercizio, da parte del Comune socio, dei poteri di indirizzo e controllo sulle attività amministrative e gestionali della società partecipate». ©RIPRODUZIONE RISERVATA