Grandi Rischi, raffica di interrogatori

Udienza civile per il risarcimento, i testimoni: «Le nostre abitudini modificate dalle rassicurazioni»

L’AQUILA. Ripreso, dopo la pausa estiva, il procedimento per il risarcimento davanti al giudice civile avviato da diversi familiari delle vittime del terremoto con una richiesta di danni per decine di milioni di euro. Il ricorso, ovviamente, è imperniato sulle rassicurazioni dei componenti dell’epoca della commissione Grandi Rischi, promanate dopo la riunione del 31 marzo 2009 che precedette di pochi giorni il sisma catastrofico. La richiesta di danni, comunque, è rivolta alla presidenza del Consiglio dei ministri di cui la Commissione è un’emanazione diretta. Del resto la Commissione è organo consultivo del governo.

Le due cause che erano state avviate inizialmente sono state unificate e ieri sono stati ascoltati alcuni testimoni da parte del giudice.

Sono stati sentiti i parenti di persone che sono morte sotto le macerie all’Aquila e a Poggio Picenze. Le loro deposizioni sono quelle ormai consuete: le rassicurazioni della Commissione hanno indotto gli aquilani, e nel caso specifico le vittime, a cambiare le loro abitudini, solitamente molto prudenti in caso di scosse sismiche e piuttosto che uscire verso spazi aperti la gente preferì restare a casa.

Altri testimoni, almeno sei, verranno ascoltati il prossimo 5 novembre in occasione della prossima udienza. Si cercherà, comunque, di sfoltire il più possibile la lista testimoni visto che quella iniziale è di circa trecento persone. Tra queste c’è anche l’ex capo Dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso.

Nonostante i tentativi di abbreviare i tempi del procedimento ci vorranno almeno un paio di anni prima che la controversia possa essere avviata alla definizione.

I ricorrenti, una trentina di persone, sono assistiti dagli avvocati Maria Teresa Di Rocco e Silvia Catalucci.

PROCESSO CROLLO. Rinviato al 20 novembre il processo in tribunale per il crollo di un palazzo in via Persichetti nel quale morirono due persone, Erminda Monti Vicentini e Amelio Zaccagno. Infatti, uno degli avvocati interessati al processo, Antonio Milo, era impegnato ieri in Cassazione e per questo era nei suoi diritti chiedere il rinvio dell’ultima udienza. Ieri si sarebbe dovuto definire il procedimento con la sentenza di primo grado.

Gli imputati per omicidio colposo sono Francesco Zaccagno e Maria Lidia Zaccagno i quali si occuparono a vario titolo dei lavori di restauro dell’antico palazzo che avrebbero appesantito la parte alta dell’edificio diventando perlomeno una concausa del crollo. Nel procedimento il Comune risulta responsabile civile.

(g.g.)

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