Grandi rischi, raffica di ricorsi in Cassazione

Le parti civili chiedono alla Suprema corte di annullare con rinvio la sentenza di secondo grado

L’AQUILA. In vista della scadenza del termine (indicata nel 24 marzo) sta piovendo una messe di ricorsi in Cassazione dalle parti civili per ottenere la riforma della sentenza con la quale la Corte d’Appello ha assolto tutti i sei componenti della vecchia commissione Grandi rischi tranne Bernardo De Bernardinis: a lui furono inflitti due anni di reclusione con la condizionale. I ricorsi, per forza di cose, seguono quello della Procura generale, che tramite il Pg Romolo Como ha già depositato il suo ricorso alla Corte che poi lo invierà alla Cassazione.

Tutto ruota, come ormai è noto, sul messaggio tranquillizzante promanato dopo la fatidica riunione della commissione del 31 marzo 2009.

Nel ricorso presentato dagli avvocati Attilio Cecchini e Angelo Colagrande si segue questo ragionamento per indurre la Cassazione ad annullare il verdetto. «Il presupposto dell’assoluzione di sei su sette imputati», scrivono i due esperti legali, «è che costoro non hanno operato come organo della pubblica amministrazione ma come privati chiamati a dare il loro parere circa il fenomeno sismico in corso all’Aquila, comportamento ritenuto congruo dalla Corte d’Appello e niente affatto rassicurante per la popolazione». «Sicché i componenti della commissione», prosegue il ricorso, «sarebbero stati inviati da Bertolaso per una ricognizione non meglio precisata e del tutto fantasiosa. Assegnare questo compito agli imputati significa restringere fino all’irrilevanza l’ambito della loro esposizione penale». «La risposta, a nostro giudizio», proseguono, «sta nel principio dettato dalla Suprema corte. La qualità di pubblico ufficiale in un soggetto chiamato a svolgere funzioni in presenza di irregolarità nel procedimento di conferimento dell’ufficio non viene meno: irregolarità dell’ investitura e funzionario di fatto sono concetti che non escludono la validità degli atti compiuti e la qualità soggettiva dell’agente. Le persone fisiche di Barberi, Boschi, Calvi, Eva rivestivano la qualità di pubblico ufficiale in occasione della riunione aquilana e quelle di Selvaggi, Dolce eDe Bernardinis la veste di funzionari di fatto, gravati da colpa per assunzione». Altri ricorsi sono stati inoltrati dagli avvocati Gianfranco Iadecola, Wania Della Vigna, Teresa Di Rocco, Silvia Catalucci, Gregorio Equizi.

(g.g.)

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