Grandi Rischi, sul web studio di Boschi

Un sito Internet: lo scienziato aveva previsto un forte sisma all’Aquila entro il 2015. La difesa nel processo: non è così

L’AQUILA. «La probabilità di un immediato evento sismico crostale è stimata essere molto bassa in tutte le regioni italiane ad eccezione del sud-est Sicilia e dell’Appennino abruzzese. Nell’Aquilano la probabilità è pari a uno (100%)». Le frasi estratte dallo studio del 1995 firmato da Enzo Boschi, Paolo Gasperini, e Francesco Mulargia a cui ha fatto riferimento anche il pubblico ministero Fabio Picuti nel corso del processo ai membri della Commissione grandi rischi, stanno rimbalzando in questi giorni sulle pagine dei social network. A pubblicare l’abstract dello studio (è stato il sito 6aprile.it. È bastato poco perché subito si diffondesse sulla rete. Riflettori accesi soprattutto sulla posizione di Boschi che all’epoca del sisma del 2009 era membro della Commissione grandi rischi e capo dell’Ingv. «Lo studio analizza la probabilità che si verifichino terremoti di magnitudo 5.9 o superiore in determinate zone d’Italia» spiega il sito. «Nel documento troviamo una cartina suddivisa in zone e in seguito una tabella con le probabilità che vanno da 0 a 1 (dove 1 indica il 100% di probabilità, cioè la certezza). La zona identificata col numero 34 include anche L’Aquila. Nella tabella delle probabilità, per la zona 34 viene stimato il 100% di probabilità del verificarsi di un evento sismico di almeno magnitudo 5.9 nell’arco di 5 anni (anno 2000) e di 20 anni (anno 2015)». Nelle pagine successive del documento è possibile leggere: «Nel prossimo futuro ci sono alte probabilità solo per la Sicilia sud-orientale, per l’Aquilano, Naso-Capo d’Orlando e il Forlivese. Oltre ad una dettagliata rivalutazione del rischio sismico, queste zone dovrebbero essere oggetto di un monitoraggio intensivo per una migliore comprensione delle tettoniche locali ed i processi fisici legati alla generazione di terremoti». Pagine analizzate anche nella requisitoria di Picuti che ha spiegato durante l’udienza: «Nel 1995 l’imputato Boschi aveva previsto con probabilità 1, quindi con certezza, una scossa 5.9 nel ventennio successivo in questa zona. Informazione non fornita nella riunione, non al pubblico ma agli altri componenti della Commissione grandi rischi. Informazione incompleta, carente e ingannatoria è stata perciò definire “improbabili” forti terremoti e non fare menzione di questo studio». Durante il processo, tuttavia, la difesa ha parlato di «prospettiva a 5-10 anni dello studio». Motivo per cui i valori indicati, nel 2009, non sarebbero stati più validi. Intanto, sulla rete si moltiplicano i commenti alle poche pagine pubblicate: sono in tanti a ritenere più che giusta la condanna.

Michela Corridore

©RIPRODUZIONE RISERVATA