«I Comuni diventino protagonisti»

Pagano: va costruita una cabina di regia con gli enti locali

 L’AQUILA Presidente Nazario Pagano, come giudica la proposta del presidente della Regione Gianni Chiodi di una nuova “governance” per la ricostruzione post-terremoto?

 «Ci sono momenti nella vita di un paese o di una comunità regionale dove la validità delle classi dirigenti si misura di fronte alla capacità di saper affrontare, e superare, la complessità delle problematiche che si trovano di fronte accantonando accordi e programmi preparati a tavolino e delineando invece strategie nuove magari imprevedibili. In Abruzzo, inutile negarlo, il terremoto del 6 aprile ha cambiato la vita dei suoi cittadini ma anche i modo di lavorare della politica e delle Istituzioni. Ora si tratta di guardare avanti e, pur in presenza di scenari economici, sociali e umani profondamente mutati, si tratta di definire quella progettualità necessaria che ci porti a governare questa nuova fase che interessa i comuni colpiti dal sisma e che avrà riflessi innegabili su l’intero territorio regionale. Il Presidente della Regione,l’amico Gianni Chiodi, ha proposto attraverso questo giornale una riflessione pacata, ma severa, che condivido in pieno e che sono certo troverà larghi consensi».

 Cosa pensa dell’intervento di sostegno alle popolazioni terremotate?

 «Il momento dell’emergenza ha visto protagonista insostituibile la Protezione Civile. In questi cinque mesi del dopo terremoto tutti abbiamo potuto apprezzare il ruolo prezioso e insostituibile svolto dalla Protezione Civile, un sistema moderno ed efficiente che onora il Paese nel mondo per la sua organizzazione. Ma in questo periodo è nata anche una nuova consapevolezza nelle forze politiche accomunate tutte, pur nella differenza di ruoli e di posizioni, da un forte spirito solidaristico e di cooperazione.
 Paradossalmente il terremoto che ha distrutto tante vite umane, edifici, monumenti ha saputo “costruire”, per quanto possibile, una nuova coscienza politica».

 Anche in Consiglio regionale?
 «In Consiglio regionale momenti di unità e di solidarietà ne abbiamo conosciuti molti in questi mesi di grandi difficoltà. E forse proprio da qui che bisogna ripartire. Perché il difficile forse inizia proprio ora. E’ necessario guardare al dopo, quando la ricostruzione comincerà a delinearsi in tutta la sua dimensione, quando le istituzioni dovranno programmare le politiche di sviluppo e di rilancio e soprattutto quando bisognerà fare delle scelte. In questi giorni sono stato in giro per molti comuni del ‘cratere’ dove ho incontrato sindaci e amministratori, ho raccolto preoccupazioni tra la gente ma anche sollecitazioni e incoraggiamenti. In queste piccole realtà ho trovato gente animata da grande passione civile desiderosa di collaborare e rimboccarsi le maniche e ripartire. Segnali assai belli,che aveva già evidenziato domenica scorsa il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante la sua visita ad Onna, che incoraggiano un po’ tutti a fare di più e meglio.

 In che modo?
 «Personalmente ritengo che da subito vada inaugurato un rapporto nuovo tra Regione ed Enti locali che restano gli artefici veri della ricostruzione. Il Consiglio regionale, espressione più alta della rappresentanza locale liberamente eletta, si sta già muovendo in questa direzione con il lavoro dell’apposita Commissione consiliare. Ma non è tutto».

 Cosa propone ancora? Da più parti si invoca un intervento legislativo della Regione.
 «E’ necessario costituire una cabina di regia che deve vedere i Comuni diventare protagonisti attenti della ricostruzione ma anche controllori insostituibili del territorio contro tentazioni e devianze esterne. In questo modo sarà possibile rispondere a due esigenze essenziali: realizzare una serie di interventi coordinati, e non frammentati, quindi una strategia condivisa ed in secondo luogo proprio attraverso questo impegno sarà possibile coinvolgere esaltare il ruolo degli amministratori locali per preparare la nuova programmazione regionale del dopo sisma. Cogliere questi obiettivi significa anche aiutare il Consiglio regionale a legiferare meglio e con procedure rapide imperniate non piu’ su le tanto chiacchierate “leggi omnibus” ma su interventi quadro e di respiro».

 Quali le priorità?
 «Ci sono priorità e realtà che vivono condizioni diverse ma noi dobbiamo affermare il metodo nuovo della politica che deve saper coniugare trasparenza, efficienza, partecipazione e condivisione. La nostra gente che ha sofferto molto in questi mesi si attende dalla nuova classe dirigente risposte nuove e concrete a cominciare dai prossimi giorni quando l’Assemblea regionale si troverà ad affrontare la questione della “zona franca urbana”. E poi c’è una comunità nazionale ed internazionale che vuole giudicarci anche sulle cose che sapremo fare, questa volta da soli, per costruire il nuovo Abruzzo. E scusate se è una sfida di poco conto». (a.d.f.)