I detenuti curano le ferite del sisma

Premiati da Bertolaso per il restauro delle antiche opere di una chiesa

SULMONA. Quattordici tavole della Via Crucis che il terremoto aveva seriamente danneggiato. I detenuti del carcere di Sulmona le hanno restaurate facendole tornare al loro antico splendore. Quattordici magnifici bassorilievi in ceramica che, grazie al progetto «Adotta una chiesa» della Protezione civile, al quale ha aderito la casa di reclusione di Sulmona, torneranno da domani ad adornare le pareti della chiesa di Santa Felicita di Collarmele, nella Marsica.  Alla cerimonia, che si è tenuta ieri mattina nel penitenziario di via Lamaccio, è intervenuto il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso.  Il responsabile del Dipartimento ha consegnato gli attestati di ringraziamento ai detenuti e ha avuto parole di elogio per i numerosi progetti che sono stati illustrati e che vedono impegnati i reclusi in attività dedicate al sociale e alla realizzazione di quadri e manufatti in ceramica.  E prendendo spunto dalla piccola recita messa in scena dagli stessi detenuti - tratta da un libro di Roberto Vecchioni («Diario di un gatto con gli stivali») - il sottosegretario Bertolaso ha quindi aggiunto: «È vero che le favole diventano alibi e gli alibi diventano favole, così come avete sottolineato anche voi nella vostra rappresentazione teatrale; bisogna che qualcuno rifletta su questa cosa qui».  È stata l'unica nota polemica di una giornata di festa che ha celebrato la grande volontà dei detenuti del carcere di Sulmona, un istituto spesso al centro di polemiche, di partecipare attivamente alla ricostruzione delle zone terremotate dell'Aquilano.  Una giornata organizzata con grande impegno dalla direzione del carcere, dalla curia di Avezzano, ma soprattutto dalla instancabile suor Benigna, che in questi mesi ha lavorato fianco a fianco con la quarantina di reclusi. Con i soldi guadagnati attraverso il restauro delle tavole in ceramica e di altri manufatti si è riusciti a mettere insieme circa 10mila euro che la religiosa ha donato ad alcune famiglie bisognose di Avezzano.  Un'iniziativa lodevole partita dal detenuto Giovanni D'Avanzo, che ha avuto l'immediato appoggio dei suoi compagni. Un'iniziativa subito sposata dal direttore del carcere di massima sicurezza, Sergio Romice, dagli agenti e dagli altri operatori dell'istituto di pena.  Presenti alla cerimonia di consegna degli attestati anche i due vescovi delle diocesi di Avezzano e Sulmona, Pietro Santoro e Angelo Spina.  Entrambi hanno voluto dire il loro grazie ai detenuti, insieme agli altri ospiti intervenuti, tra cui il senatore Luigi Lusi, la parlamentare Paola Pelino, il provveditore per le carceri d'Abruzzo e del Molise, la vice presidente della Provincia dell'Aquila, Antonella Di Nino. Per la Regione erano presenti Giovanni D'Amico, Giuseppe Di Pangrazio e Nicoletta Verì. Quest'ultima ha garantito il suo impegno per offrire più opportunità di lavoro ai detenuti di Sulmona attraverso la ricostruzione post-terremoto.  «Permettere ai detenuti di lavorare è molto importante per il loro reinserimento nella società», sottolinea la Verì, «ho fatto presente al presidente della giunta la mia idea di dare loro la possibilità di partecipare alla ricostruzione dell'Aquila avvalendoci dei laboratori presenti nel carcere di Sulmona».  Tre stupendi tavoli con scacchiere in ceramica, tra le tante opere realizzate dai carcerati, nei prossimi giorni andranno ad arredare le stanze dei presidenti della Camera, del Senato e del consiglio regionale d'Abruzzo. «Nella speranza», commentano alcuni detenuti, «di poter continuare nella strada felicemente intrapresa».

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