I magistrati: chiudere i tribunali minori Ed è bufera sull’Anm

Mancini, pm all’Aquila: il governo prosegua con la riforma Tedeschi, Ordine degli avvocati: intervento scomposto

AVEZZANO. L’Associazione nazionale magistrati è favorevole alla soppressione dei tribunali minori, Avezzano e Sulmona in testa. Lo sostiene David Mancini, presidente regionale della giunta dell’Anm. Dichiarazioni che hanno scatenato un polverone.

«Auspichiamo che venga recuperato l’interesse generale e che questo emendamento sia cancellato dalla Camera, consentendo all’Abruzzo di viaggiare sul tema delle riforme alla stessa velocità di tutto il resto d’Italia». Mancini, magistrato dell’Aquila, commenta così l’approvazione da parte del Senato, dell’emendamento che fa slittare al 2018 la data dell’entrata in vigore della riforma della geografia giudiziaria. Che prevede la soppressione dei tribunali, cosiddetti minori, tra cui quelli di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto.

Un intervento definito dal presidente dell’Ordine degli avvocati d’Abruzzo, Gabriele Tedeschi, «scomposto, immotivato e irragionevole».

«Con l'accorpamento dei tribunali» commenta Tedeschi «ai tanti cittadini abruzzesi verrà di fatto impedito il diritto costituzionalmente garantito di accedere alla giustizia».

Dopo le battaglie contro la chiusura dei palazzi di giustizia, sostenute dal mondo istituzionale (a cui si sono affiancate associazioni di categoria, ordini professionali e studenti), arriva l’intervento dell’Associazione nazionale dei magistrati. Che chiede alla Camera di accelerare i tempi e di votare quanto prima contro l’emendamento, in modo da accelerare l’entrata in vigore della riforma.

«La notizia del rinvio ha destato sgomento e viva preoccupazione poiché l’Anm e la giunta distrettuale abruzzese» afferma Mancini «confidavano nell’entrata in vigore della riforma al fine di adottare nuovi strumenti organizzativi di razionalizzazione delle risorse in termini di efficienza del servizio giustizia. La crescente domanda di giustizia che proviene dai territori abruzzesi, ancora di più dopo il sisma, impone di adottare soluzioni organizzative che non possono essere offerte dai tribunali minori. Ciò desta mortificazione e rivela assenza di sensibilità istituzionale».

«Siamo sconcertati dalle dichiarazioni dell’Anm» risponde l’avvocato Tedeschi «che giudica l’accorpamento una migliore risposta alla crescente domanda di giustizia. Basti pensare, infatti, alle gravissime disfunzioni che si stanno verificando nelle realtà giudiziarie che hanno già visto l'entrata in vigore della legge di riforma della geografia giudiziaria. Rinvii a nuovo ruolo, fascicoli ancora giacenti negli scatoloni, carenza di aule e di spazi, aumento spropositato dei costi» continua Tedeschi «così si può riassumere la situazione che ha finora provocato questa grandiosa riforma, che strumentalmente ignora che la giustizia esercitata nei tribunali impropriamente definiti minori, è sicuramente più efficace e più rapida, costituendo, peraltro, vero argine all'illegalità diffusa».

«Dichiarazioni di questo tipo sono solo una conferma che questa riforma è sempre stata voluta dalla magistratura»: è questo il commento dell’avvocato Fabiana Contestabile, presidente nazionale dei comitati pro referendum abrogativo della legge che ridisegna la geografia giudiziaria.

«Un progetto» continua «portato a compimento dai giudici della Consulta che hanno bocciato la proposta del referendum e che hanno scelto di non dare voce a 23 milioni di italiani».

«Non sono stupito, in quanto la magistratura si sta opponendo da sempre al progetto di salvare i tribunali» aggiunge il presidente dell’Ordine degli avvocati di Avezzano, Sandro Ranaldi, «interferendo e facendo pressione nei confronti del governo».

Magda Tirabassi

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