I romeni scarcerati avevano armi in casa

I tre prima ai domiciliari e ora con l’obbligo di firma. I carabinieri trovano una spada medievale, un coltello e due pistole

TAGLIACOZZO. Dopo la scarcerazione dei tre romeni arrestati per furto, episodio che ha portato anche all’affissione anonima nella notte di manifesti minacciosi a sfondo xenofobo, non si placano le polemiche sulle dichiarazioni del primo cittadino, che ha annunciato di voler tentare la strada della costituzione di parte civile per tutelare l’immagine della città. Intanto tra la refurtiva recuperata sabato scorso in casa dei tre romeni, spuntano anche alcune armi, tra cui una spada medievale. Nelle perquisizioni domiciliari eseguite nelle prime ore dell’alba, dopo l’arresto di Rosca Mihaita 23 anni, Jonut Nandu Mastahac (26), che dovevano rispondere di un furto a un distributore lungo la Tiburtina, e di Pelin Mihai (26), accusato di resistenza a pubblico ufficiale, i militari della compagnia di Tagliacozzo hanno rinvenuto un coltello a serramanico e due pistole, una antica con la matricola abrasa e una ad aria compressa, ma priva di tappo rosso e caricata a pallini di metallo. Un’arma in grado di ferire. Erano nascoste in casa di uno dei tre, all’interno di un armadio in cui era stato ricavato una sorta di doppio fondo. In un’altra abitazione è stata invece trovata e sequestrata una spada di foggia medievale, lunga oltre un metro, che uno degli arrestati teneva nascosta sotto il letto. In caserma, in questi giorni, stanno arrivando residenti che hanno subìto furti nelle settimane scorse per visionare gli oggetti sequestrati. Nei prossimi giorni sarà richiesto al pubblico ministero il dissequestro degli oggetti riconosciuti, per procedere poi alla restituzione ai proprietari. Per quanto riguarda la posizione del primo cittadino, che non ha voluto condannare l’affissione dei manifesti giustificando il gesto in virtù dell’esasperazione dei suo concittadini, l’unico esponente del consiglio comunale a intervenire e a contrapporsi a tale posizione è il rappresentante di opposizione, Vincenzo Montelisciani. «Quei volantini», ha affermato, «sono la mortificazione dello stato di diritto: nell’idea, nella forma, nei contenuti. La minaccia della giustizia privata ritorsiva rivolta verso la totalità di una comunità, minoranza della nostra cittadina, rappresenta senz’altro un momento regressivo del nostro vivere associato. Un fatto che non può essere sottovalutato e che deve essere stigmatizzato e ripudiato». Secondo Montelisciani, inoltre, «la responsabilità penale è personale; la criminalizzazione di etnie, popoli, nazioni e minoranze è una pratica che abbiamo già conosciuto nel secolo scorso, e quella pratica non contribuì alla soluzione del problema della criminalità. Inoltre, Tagliacozzo di tutto ha bisogno, fuorché di divisioni e faide».

Pietro Guida

©RIPRODUZIONE RISERVATA