I sindaci: noi abbandonati

Centri storici, chieste modifiche alle linee guida.

ROCCA DI MEZZO. Sfidano la neve per dire che quelle linee guida presentate il 15 gennaio vanno cambiate, e anche in fretta. Di fronte a Gaetano Fontana, capo della struttura di missione, i 7 punti delle linee guida per la ricostruzione dei centri storici finiscono nel mirino dei sindaci che vogliono contare di più e non lo mandano certo a dire: «Ci sentiamo abbandonati». E spuntano le controproposte.

L’ASSEMBLEA. All’appello lanciato dal padrone di casa, il sindaco di Rocca di Mezzo Emilio Nusca, di professione ingegnere, rispondono oltre 40 amministratori dei Comuni del cratere, anche dal Pescarese. L’occasione per un faccia a faccia con Fontana è troppo ghiotta per i sindaci alle prese con mille problemi. Intanto, la prima buona notizia è che è stata prorogata di 60 giorni l’aspettativa dal lavoro per i sindaci dei Comuni impegnati nella fase della ricostruzione. Insomma, altro tempo da dedicare alle angosce dei cittadini. Prima su tutte: i soldi per le seconde case. «Ci sono o no?», torna a chiedere Gianni Costantini di San Pio delle Camere, uno dei più battaglieri, che sollecita anche chiarimenti immediati sui non residenti e sui risultati della microzonazione per capire, prima e meglio, dove e come si può ricostruire. «Ridateci la capacità di decidere e di proporre, com’è avvenuto per le Marche. Mica possiamo fare sempre e soltanto da parafulmine!».

«NON VA TUTTO BENE». Tra i più infervorati c’è anche il sindaco di Pizzoli Giovannino Anastasio che si è visto bocciare, tra l’altro, anche i cinque siti che aveva proposto per collocare le macerie. «Non va tutto bene ma nessuno ha il coraggio di parlarne. In questo periodo c’è stata, sì, poca attenzione nei nostri confronti ma anche scarsa solidarietà tra di noi. Ognuno ha pensato ai fatti suoi. Ci sono pure Comuni spopolati che vogliono riaprire la loro scuola chiusa da 15 anni. Le ordinanze non sono state fatte tenendo conto delle esigenze dei piccoli Comuni. Non è stata coinvolta la gente. Si mettono avanti solo e sempre i problemi dell’Aquila». Il risentimento nei confronti dell’attenzione, ritenuta eccessiva, riservata alla città capoluogo qui si chiama «città-territorio». Tutti ne parlano, tanto che il presidente del consiglio comunale dell’Aquila Carlo Benedetti, al tavolo coi relatori, convoca seduta stante una conferenza dei capigruppo per parlare di città-territorio. Mauro Fattore (Fagnano Alto), è «terrorizzato del passaggio di consegne dalla Protezione civile alla Regione. Quest’ultima è una struttura fantasma: ho già visto i primi passi e non si annuncia nulla di buono. La zona franca, così com’è, non risolve nulla. E nessuno di noi, con le elezioni di mezzo, potrà rispettare i tempi per individuare gli aggregati edilizi».

ARIA DI PROROGA. Ma già tira aria di proroga sulle scadenze del 28 febbraio 2010 per l’individuazione degli aggregati edilizi da parte dei sindaci dei piccoli Comuni e del 31 marzo 2010 per il sindaco dell’Aquila. Si tratta degli aggregati per i quali occorre la costituzione di consorzi obbligatori. Questa scadenza, insieme a quella per la presentazione delle domande di contributo per le abitazioni E, e cioè con gravi danni strutturali, potrebbe essere spostata al 31 dicembre 2010 con l’ordinanza, che verrà pubblicata il 29 gennaio, in cui, oltre al passaggio di consegne, si daranno ulteriori chiarimenti per le case B e C e per le demolizioni.

LE PROPOSTE. I sindaci dei piccoli centri propongono: trattamento differenziato, per le procedure da seguire, tra L’Aquila e gli altri Comuni con snellimento dell’iter burocratico; piani intercomunali che ricomprendono i piani dei singoli Comuni che fanno parte di aree omogenee; cabina di regìa dei piccoli Comuni con un organismo di rappresentanza; capitolo dedicato alla ricostruzione nella legge urbanistica regionale. I dubbi principali, che Fontana annota con cura, sono: i soldi per le case dei non residenti; i fondi per realizzare i piani di ricostruzione; le risorse umane da impiegare negli uffici tecnici inadeguati a reggere il peso della pianificazione.

FONTANA. «Ho anch’io dei dubbi, visto che ancora non ho l’ordinanza di nomina ma solo una designazione. Ma se trasformiamo sempre questi incontri in una lamentazione continua non si va avanti. Siamo al vostro fianco e accetteremo le vostre controproposte. Aspettiamo che Chiodi e Cialente entrino in carica come commissario e vice. La Regione seguirà l’emergenza, la struttura di missione la ricostruzione».

CHI C’ERA. Presenti all’incontro, tra gli altri, i sindaci di Tornimparte (Antonio Tarquini), Ocre (Gianmatteo Riocci), Villa Sant’Angelo (Pierluigi Biondi), Acciano (Americo Di Benedetto), Rocca di Cambio (Antonio Pace), Sant’Eusanio Forconese (Giovanni Berardinangelo), Barisciano (Domenico Panone), Lucoli (Luciano Giannone), San Demetrio ne’ Vestini (Silvano Cappelli), Campotosto (Bruno D’Alessio), Castelvecchio Calvisio (Dionisio Ciuffini), Bussi sul Tirino (Marcello Chella), Castel del Monte (Luciano Mucciante).

CITTÀ-TERRITORIO. Stamani alle 10, a palazzo Silone, si tiene la conferenza dei capigruppo in consiglio comunale, alla quale parteciperanno i sindaci del comprensorio, allo scopo di concertare un ordine del giorno dedicato alle politiche per la città-territorio. L’annuncio è arrivato dal presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti. «Con quest’iniziativa», sostiene Benedetti, «ho voluto raccogliere precise istanze che sono emerse nel corso della conferenza sulle linee guida della ricostruzione. La conferenza dei capigruppo sarà volta all’elaborazione di un ordine del giorno, da votare in consiglio, che dia finalmente piena attuazione al progetto globale della città-territorio in tutte le sue componenti, sociali, economiche e strutturali. Si tratta di uno strumento fondamentale per sancire e fissare sulla carta una progettualità concreta sulla cui importanza concordano tutte le forze politiche e istituzionali del comprensorio e che è parte integrante della storia del nostro territorio».