Il Centro consumatori: venga affidata al Cam la gestione depuratori

Di Bastiano: «Gli utenti già pagano il servizio nelle bollette» Sull’allarme inquinamento s’attende la risposta dal prefetto

AVEZZANO. «Affidare la gestione del depuratore al Cam, ente già pagato dagli utenti con le bollette». È quanto chiede il Centro giuridico per i diritti del consumatore, alla luce della situazione di confusione che sta interessando la vicenda dell'inquinamento da salmonella nei canali del Fucino. La Regione ha infatti affidato il servizio all'Arap (Azienda regionale delle aree produttive). Intanto il Comune di Avezzano attende una risposta urgente dal prefetto riguardo alla situazione di emergenza che si è venuta a creare a causa dell'esito delle analisi dell'acqua, che fanno emergere una persistente situazione di inquinamento.

Nel frattempo continuano le indagini della magistratura sulla salmonella nel Fucino. L'inchiesta della procura di Avezzano è stata avviata nel 2012 e le indagini sono state svolte dalla Forestale. Secondo quanto emerso dai dati in possesso del Comune di Avezzano, ed esposti in un dossier inviato al prefetto Francesco Alecci, la presenza di batteri fecali e di salmonella nei canali del Fucino è stata riscontrata già dal 2005. Ciò significa che si tratta di un inquinamento vecchio di quasi un decennio. Il vecchio depuratore in località Puzzillo, quindi, già da tempo non è più in grado di far fronte alle esigenze del territorio e all'aumento della popolazione. Per tale motivo diventa di fondamentale importanza la gestione del nuovo depuratore. Per Augusto Di Bastiano, «il consiglio regionale ha approvato una integrazione alla legge regionale per il "Riordino delle funzioni in materia di aree produttive" ed è stato stabilito che gli impianti di depurazione, realizzati dai Consorzi per le aree di sviluppo industriale come quello di Avezzano, restano di proprietà dell’Arap che provvede alla gestione». In questo modo, però, si starebbero dando incombenze a soggetti non competenti in materia, con un aggravio di spese per i cittadini che pagano la depurazione al Cam. Parcellizzando il servizio a un altro organo, secondo Di Bastiano, non si aiuta il Consorzio, già in grande difficoltà economica a causa di un debito da 60 milioni. «Noi utenti siamo stanchi di pagare doppioni», spiega Di Bastiano, «la Regione deve tendere a unificare i servizi e non a frazionarli. La legge regionale 23 è nata per rilanciare le aree produttive abruzzesi e non a gestire depuratori. La modifica apportata dal consiglio regionale inserisce un elemento di confusione e contraddizione».

Pietro Guida

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