Il comitato: non si spostino i processi

La portavoce Centofanti: non condividiamo la proposta di Cecchini di trasferirli altrove.

L’AQUILA. Non si fa attendere la replica del Comitato vittime della casa dello studente alle parole dell’avvocato Attilio Cecchini il quale ha ipotizzato la necessità di non far celebrare all’Aquila i processi sui crolli. In una garbata ma decisa nota la portavoce, Antonietta Centofanti, boccia seccamente la proposta e invita Cecchini, che difende uno degli indagati, a partecipare al «Presidio della memoria» il 6 marzo, durante il quale si parlerà dei temi di verità e giustizia.

L’avvocato Attilio Cecchini, in una intervista rilasciata al nostro giornale, ha sostenuto senza mezzi termini che per la difesa all’Aquila nei processi sui crolli «non c’è un clima sereno». «Ci siamo riuniti in un comitato» ribadisce la Centofanti, «per sentirci meno soli in una battaglia collettiva che deve appartenere a tutta la società civile: capire il motivo per cui un edificio pubblico sia venuto giù come cartapesta è nell’interesse di tutti è un diritto e un dovere. Continueremo a essere in piazza, a incontrarci il 6 di ogni mese, finchè non sarà fatta giustizia.

Se le indagini stanno procedendo con celerità, ciò non deve essere visto con timore dagli indagati, soprattutto da coloro che credono di non avere alcuna responsabilità». «Desta casomai qualche preoccupazione» aggiunge «la necessità espressa dall’avvocato Cecchini di chiedere la celebrazione dei processi per i crolli fuori dal capoluogo soprattutto in mancanza di presupposti. Si consideri che il Comitato della Casa dello studente e gli altri Comitati hanno sempre manifestato pacificamente con fiaccolate senza mai avere esercitato pressioni sulla procura o sulla stampa.

Pertanto rimaniamo basiti di fronte alle affermazioni di Cecchini e ribadiamo che debba essere il tribunale del capoluogo abruzzese a occuparsi dei crolli e che saprà dare, come qualunque tribunale italiano, le giuste risposte alle domande». «Uno striscione mostrato in piazza recita: verità e giustizia per i ragazzi assassinati», conclude, «ma che ci siano state delle responsabilità appare fin da ora alla luce delle perizie. Non spetta a noi individuare gli “assassini” termine che usa solo l’avvocato Cecchini».

VIA D’ANNUNZIO.
In settimana i consulenti consegneranno le perizie sul crollo di via Gabriele D’Annunzio in cui morirono 14 persone. I periti avrebbero riscontrato carenze sulla qualità del calcestruzzo nei pilastri e lavori di manutenzione svolti in maniera non conforme a criteri edilizi. Si tratta di lavori che avrebbero indebolito il palazzo al punto da farlo collassare. Gli indagati per omicidio colposo dovrebbero essere da otto a 12 ma ancora non si sono definite alcune posizioni. Ma prima delle informazioni di garanzia per questi crolli ci dovrebbero essere le richieste di rinvio a giudizio per i tre filoni che sono ormai a buon punto con l’emissione di 26 avvisi di garanzia: la Casa dello Studente (8 morti) con 15 indagati, il convitto nazionale (3 morti) con 2 indagati e la sede della facoltà di Ingegneria dell’università, nella frazione di Roio (nessun morto), con 9 indagati.