Il comitato scuole sicure muove i suoi primi passi

Assemblea alla facoltà di Scienze umane: «Siamo genitori e docenti preoccupati» Nel mirino gli indici di vulnerabilità degli edifici che ospitano gli istituti superiori

L’AQUILA. «Non ci interessa la contestazione fine a se stessa. Non cerchiamo azioni eclatanti di protesta: siamo solo genitori e docenti che hanno a cuore la sicurezza dei nostri giovani». La voce di Marianna De Lellis riempie l’aula 0.A dell’edificio che ospita il dipartimento universitario di Scienze umane (nella foto a sinistra la platea, a destra i relatori), per scandire tempi e modi del neo-costituito “Comitato scuole sicure L’Aquila”. Sono già passati venti giorni dalla lettera con la richiesta di spiegazioni in merito alle reali condizioni di sicurezza di tutte le scuole in muratura, ma le risposte si fanno attendere. Di qui l’idea di un’assemblea dove ufficializzare la costituzione del comitato, con la scelta di un rappresentante per scuola, tra genitori, docenti e personale ausiliario. «Sappiamo», ricorda De Lellis, affiancata da Massimo Prosperococco e Silvia Colacicchi, «che gli indici di vulnerabilità delle scuole aquilane sono piuttosto bassi. La valutazione risale al 2012 e già si parla della possibilità di rifare i calcoli, da parte degli enti competenti. Eppure, allo stato attuale, i numeri in mano sono questi». La preoccupazione maggiore è legata alla situazione delle scuole superiori. «Gli studenti sono tutti rientrati a scuola regolarmente», sottolineano i promotori del comitato, «anche se gli alunni del Cotugno sono stati trasferiti all’Itis il cui indice di vulnerabilità è addirittura inferiore a quello della sede di partenza». Nel fare “gli onori di casa”, per conto dell’Università, Prosperococco ha ribadito che il comitato non si prefigge finalità istituzionali. «Il nostro obiettivo è quello di interagire con gli enti e le organizzazioni che devono garantire la sicurezza nei nostri edifici scolastici». Roberto Valeri, docente di educazione motoria e genitore, ha poi tirato in ballo la questione delle diffide per il Cotugno e il Bafile, chiedendo chiarezza sui tempi di attuazione delle verifiche strutturali e sugli eventuali provvedimenti da prendere. È l’inizio di un percorso che riguarda una popolazione di 15mila studenti e almeno 5mila tra docenti e personale ausiliario.

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