«Il Comune rischia il dissesto»

Cialente chiede i rimborsi dei mancati incassi.

L’AQUILA. All’appello mancano 36 milioni di euro. Ammonta a tanto il mancato incasso di tasse e imposte. E poi ci sono altri 9 milioni di euro di danni patrimoniali (tosap, fitti non riscossi, pubblicità). Una «vuoto» enorme che rischia di spingere il Comune dell’Aquila verso il dissesto. A lanciare l’allarme è stato ieri lo stesso sindaco Massimo Cialente. E lo ha fatto a margine della conferenza stampa tenuta insieme a Giovanni Lolli e ai vertici del Pd. «La mozione rappresenta un risultato importante» ha detto Cialente «ma spero che si arrivi anche alla restituzione dei mancati introiti ai Comuni che altrimenti saranno condannati al fallimento».

Quindi il j’accuse nei confronti di chi, «non ascoltando gli amministratori locali, ha finito per allungare a dismisura i tempi dell’ emergenza. Con scelte diverse non saremmo qui ora a dover affrontare, con l’inverno alle porte, il problema di dove sistemare le tante famiglie con case B e C». Cialente ha quindi «bocciato» la proposta di prorogare il termine per la presentazione delle domande di contributo per le case B e C.

Poi la replica a Carlo Costantini, capogruppo regionale dell’Idv che lo ha accusato di «inciucio» e di fare «lo scudo umano a Berlusconi». «Ognuno di noi ha percorsi di vita ben noti a tutti. Nel mio» ha detto «non ci sono inciuci. Noi del Pd siamo stati gli unici a batterci per migliorare il decreto. Dal terremoto ad oggi, ho incontrato Costantini una sola volta. E ciò la dice lunga sul suo impegno per L’Aquila». A difesa del sindaco anche Lolli e il segretario Fina. «Costantini» hanno detto «farebbe bene a riflettere prima di parlare».