Il Comune tira dritto: pagare e basta

L’assessore De Santis boccia lo sciopero delle bollette del Progetto Case: «Manderemo le diffide di sfratto»

L’AQUILA. «Non ci sono alternative. Procediamo nella direzione intrapresa. E sono pronte altre diffide di sfratto». L’assessore Lelio De Santis è preoccupato. Mentre gli inquilini degli alloggi provvisori minacciano lo sciopero delle bollette, De Santis fa un po’ di conti e vede che «l’indebitamento cresce e solo il 30% degli assegnatari sta pagando quanto dovuto. Una percentuale bassissima, che ci costringerà nei prossimi giorni a inviare altre diffide di sgombero. Purtroppo, il problema è grave, e non vorrei che si fomenti la protesta per crearsi degli alibi ed evitare di pagare».

All’indomani dell’infuocata riunione della commissione di Garanzia e controllo, l’assessore che gestisce il patrimonio immobiliare sorto dopo il sisma conferma che l’amministrazione comunale porterà avanti – come sostenuto anche dal sindaco Massimo Cialente – l’emendamento al decreto «Sblocca Italia» che introduce nuove norme su consumi e canoni. Non solo. Annuncia anche altre ordinanze di sfratto, nei confronti dei morosi.

«Tutti», dice De Santis, «devono pagare il giusto. Altrimenti il bilancio comunale va allo sfascio. Ce lo ricorda ogni giorno la Corte dei Conti. Abbiamo individuato degli strumenti, che potrebbero risolvere la problematica, come il fatto di ripartire i consumi in base ai metri quadrati delle abitazioni, con l’aggiunta di alcuni correttivi storici. Le ultime bollette sono state calcolate in questo modo. Nonostante ciò, lo scorso mese abbiamo incassato solo 239mila euro rispetto al milione e 300mila che doveva entrare. Sono sempre stato disponibile al dialogo, e con i comitati civici ho avviato da tempo un confronto. Ma un’amministrazione seria deve fare delle scelte e assumersi le proprie responsabilità. Non possiamo limitare il problema solo alle bollette. C’è un patrimonio immobiliare enorme da gestire, con disfunzioni e disagi che sono sotto gli occhi di tutti. Se non entrano soldi nelle casse comunali», sottolinea De Santis, «a pagarne lo scotto sarà l’intera comunità».

I comitati contestano l’emendamento, ribattezzato «In-castra L’Aquila», che introduce il pagamento di un canone concessorio stabilito dal Comune, spettante a tutti gli assegnatari, compresi i proprietari di case ancora inagibili. Inoltre, i consumi degli edifici, anche per il riscaldamento e la produzione di acqua sanitaria calda, saranno ripartiti secondo le superfici lorde coperte degli alloggi, cioè in base ai metri quadrati. Altro punto sotto accusa, la decisione di stornare per la manutenzione straordinaria parte dei fondi destinati alla ricostruzione.

«I comitati, appoggiati da alcuni esponenti dell’opposizione che ne hanno sposato la causa», conclude l’assessore De Santis, «ci chiedono di ritirare l’emendamento. Ma non esistono altri criteri oggettivi o strumenti normativi diversi per affrontare la questione». L’iter di approvazione del decreto «Sblocca Italia» è ormai in fase avanzata. Lo sanno bene anche i comitati civici, che nei prossimi giorni pianificheranno le iniziative da intraprendere: il possibile sciopero delle bollette e il ricorso alla Corte Europea. Nel frattempo i consiglieri di minoranza vogliono che venga convocato, a stretto giro di posta, un consiglio comunale straordinario che discuta della vicenda».

Romana Scopano

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