l'inchiesta

Il giudice su Guarino: «Stia via dall’Aquila gli indizi restano»

Ma la difesa produce un video su un incontro tra l’ufficiale e l’imprenditore Valentini che potrebbe scagionarlo

L’AQUILA. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale Guendalina Buccella ha respinto la richiesta di revoca del divieto di avvicinamento all’Aquila, dove per anni è stato comandante provinciale dei carabinieri, per Savino Guarino accusato di concussione a un imprenditore e omissioni.

Una decisione quasi scontata a fronte del quadro indiziario prospettato dalla Procura della Repubblica che, secondo quanto trapelato, si accingerebbe a chiudere la vicenda in tempi brevi senza coinvolgere altri soggetti. Gli stessi pm David Mancini e Simonetta Ciccarelli avevano dato parere contrario alla revoca del provvedimento cautelare di cui nemmeno alla difesa è nota la durata.

Alla base della decisione del giudice il fatto che, a suo avviso, «l’interrogatorio fiume» dell’ufficiale non è stato sufficiente a cambiare lo stato dell’indagine.

Per contro si è appreso che, alla fine dell’interrogatorio, è stato consegnato un elemento probatorio che potrebbe indurre nel proseguimento delle indagini una diversa valutazione dei fatti.

Si tratta di un video (compreso di audio) nel quale è registrata una conversazione di Guarino con l’imprenditore che si presume concusso, il 57enne Gabriele Valentini, dentista ma divenuto anche un imprenditore edile, nel corso del quale ci sarebbero dei discorsi che parrebbero porre in discussione il castello delle accuse o almeno una parte di esso. Il sospettato, dunque, immaginando di essere nel mirino, ha realizzato questa registrazione nella quale l’imprenditore, parlando ovviamente senza un minimo di condizionamento, fa delle affermazioni che, come detto, farebbero vacillare l’accusa. Va comunque precisato che l’imprenditore non ha mai presentato nessuna denuncia contro il colonnello dei carabinieri e nemmeno risulta essere parte lesa. Ma quell’indagine è scaturita da una serie di sue dichiarazioni spontanee rilasciate, (non nella veste di indagato), in un’altra inchiesta. Quelle affermazioni hanno indotto la Procura ad aprire un fascicolo nell’anno in corso anche se voci di problemi giudiziari riguardanti l’ufficiale correvano già dalla fine dello scorso anno.

La Procura, che probabilmente ritiene già di avere elementi sufficienti per chiudere le indagini, comunque dovrà fare delle valutazioni circa alcune prospettazioni dei fatti e sul nuovo materiale probatorio, peraltro abbastanza ingente, fornito dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Antonio Milo del Foro di Avezzano, proprio in occasione dell’interrogatorio tenuto pochi giorni fa.

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Nella vicenda è indagato, per concorso nella presunta concussione, anche un amico di Guarino, l’ex city manager del Comune dell’Aquila Massimiliano Cordeschi, il quale, nei prossimi giorni potrebbe chiedere di rendere interrogatorio per chiarire la sua posizione.

Quanto alla concussione l’accusa mossa all’ufficiale è quella di essersi fatto fare lavori edili in una casa che ha a Roma senza pagare. Questo sarebbe avvenuto sulla scorta di una sorta di «concussione ambientale» che però non è facile da dimostrare in un ipotetico processo.

Contestato un caso di omissione di atti d’ufficio. L’ufficiale, pur avendo appreso di un comportamento di dubbia legalità da parte di un altro carabiniere, non avrebbe segnalato il fatto alle autorità competenti. Ma anche su questo nessuna ammissione da parte del sospettato.

(cr.aq.)

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