pratola peligna e vittorito

Il pastore che trova una casa e il disabile a corto di soldi

PRATOLA PELIGNA. Crisi economica tagli agli enti e al sociale. I sindaci lasciati soli nelle emergenze. Un quadro a tinte fosche che questa volta accomuna due paesi, Pratola e Vittorito. Due storie...

PRATOLA PELIGNA. Crisi economica tagli agli enti e al sociale. I sindaci lasciati soli nelle emergenze. Un quadro a tinte fosche che questa volta accomuna due paesi, Pratola e Vittorito. Due storie diverse ma figlie delle stesse problematiche: disagio economico e sociale in crescita e responsabilità scaricate sulle spalle dei rappresentanti degli enti periferici. «Ogni giorno», ha detto il sindaco di Pratola, Antonio De Crescentiis, «ricevo persone che richiedono aiuti economici. Situazioni serie che toccano intere famiglie. Come amministrazione paghiamo rette per minori in strutture di accoglienza per circa 150mila euro. Abbiamo aiutato e cerchiamo di dare sostegno a tutti, ma mentre il disagio cresce e diventa sempre più pesante, i fondi continuano a essere ridotti». Mani tese a cui dare risposte come quelle di Fausto Di Cristofaro di Pratola. L’uomo vive con una pensione da disabile e ha scritto al Prefetto dell’Aquila per segnalare gli unici aiuti ricevuti dal Comune, risalenti al 2012. Una lettera seguita dalla risposta del prefetto che fa seguito all’impegno del sindaco di trovare risorse. Un compito che torna nelle mani dell’amministrazione e reso ancora più difficile dall'acuirsi della crisi. Soprattutto in un paese grande per numero di abitanti come Pratola, dove solo per questioni statistiche, i disagi restano probabilmente maggiori rispetto ad altri comuni. Amministratori in prima linea anche nei centri più piccoli. Come nel caso di Vittorito, dove grazie all’impegno del sindaco Carmine Presutti, si è riusciti a dare una nuova sistemazione ad Ale. Nome di fantasia per tutelare l’identità di un uomo che per anni ha vissuto in una baracca senza i servizi essenziali circondato da pecore. «Siamo riusciti», racconta Presutti, «grazie anche all’ottimo lavoro delle assistenti sociali, a dargli una casa alloggio che era sfitta. I mobili li abbiamo ottenuti grazie alla disponibilità di un mobilificio. Un buon lavoro, ma resta il problema del pagamento delle bollette di acqua, gas e luce. Per risolverlo ci siamo attivati e chiesto anche una mano alla curia di Sulmona». Una storia di disagio per il momento tamponata ma che come molte altre rischia di riesplodere proprio per la mancanza di risorse. Soldi, e non molti, per garantire dignità alle persone ed evitare che il disagio s’inasprisca sfociando in altri e ben più gravi atti. Aiuti da dare subito soprattutto in questo momento di crisi che sta investendo la zona.

Federico Cifani

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