Il Pd: «Dal centrodestra uno spettacolo indecente» 

Albano e Palumbo: il dibattito nella maggioranza va avanti a suon di insulti E Biondi viene invitato a occuparsi «dei tanti e gravi problemi della città»

L’AQUILA. «Assistiamo sgomenti allo spettacolo che il centrodestra al governo della città sta offrendo agli aquilani Mai si era toccato un punto così basso». A parlare sono i consiglieri comunali del Pd, Stefano Albano e Stefano Palumbo, che aggiungono: «Insulti, minacce, ricatti, epurazioni, questo è ormai diventato il dibattito politico nella maggioranza la quale è ormai concentrata solo sugli obiettivi personali e sulle carriere dei singoli esponenti del centrodestra. Così però la città muore. Dovrebbe capirlo innanzitutto Biondi sulle cui spalle, in primis, grava la responsabilità di una comunità che andrebbe governata nel pieno esercizio del ruolo nobile di primo cittadino e non, come sta facendo, in veste di commissario provinciale del suo partito col solo scopo di ottenere la supremazia interna al centrodestra. La triste conferma arriva dalle parole del consigliere Leonardo Scimia secondo cui lo svuotamento del gruppo consiliare di FI in favore della costituzione di un altro vicino a Fratelli d’Italia avesse come regista proprio il sindaco». Un clima, per i due consiglieri del Pd, i quali chiedono al sindaco come mai «sui tavoli romani non ci sia spazio anche per battere i pugni in difesa delle rivendicazioni dei cittadini. Tra la durezza degli scontri inscenati per strappare candidature alle elezioni e la morbidezza utilizzata di fronte a problemi quali restituzione tasse, paralisi della ricostruzione, o il tentato scippo dei fondi destinati all’Aquila dal bando delle periferie, il contrasto è forte».
Albano e Palumbo chiedono al sindaco se «svanita la possibilità, cercata con ogni mezzo, di ottenere per sé una candidatura alla presidenza della Regione, ci sarà spazio nella campagna elettorale alle porte per mettere al centro del dibattito regionale i problemi della città, o ci si limiterà, pancia a terra, a sostenere le candidature di Liris e Marsilio». Quindi la questione del Comune, o meglio di che cosa Biondi intende fare «sul rimpasto di giunta, invocato ripetutamente dalla sua stessa maggioranza. Defenestrato l’assessore Di Stefano, non per l’inerzia dimostrata in merito all’azione di riscossione dei debiti del Progetto Case con un’esposizione del Comune per oltre 13 milioni di euro, bensì per aver banalmente partecipato, senza prendere parola, a una conferenza stampa indigesta al sindaco, cosa si intende fare sulle altre deleghe? Non abbiamo più, di fatto, un assessore alla Pianificazione e all’Urbanistica. D’Eramo va sostituito subito. Il fallimento dell’Aquila calcio e L’Aquila rugby, L’Aquila maglia nera nell’indagine del quotidiano Il Sole 24 Ore sulle città a dimensione di sport, la chiusura del complesso sportivo di Santa Barbara, attività commerciali del centro storico abbandonate al loro destino, non sono elementi sufficienti a mettere in discussione l’operato dell’assessore Piccinini? Dalla sua, certo, ha l’amicizia di vecchia data con Biondi e l’appartenenza allo stesso partito. Intoccabile per lo stesso motivo è la Mannetti. Ma», concludono, «venuto meno l’alibi del ricorso sull’anatra zoppa, è giunto il momento di occuparvi dei bisogni degli aquilani».
©RIPRODUZIONE RISERVATA.