Il Pd va alle primarie In palio un posto in lista alle Regionali

Troppi aspiranti: manca l’accordo per una soluzione unitaria Si sfidano Pietrucci, Moroni, Di Stefano. Nusca, ipotesi civica

L’AQUILA. Due, o forse tre candidati, per un solo posto in lista. E di passi indietro neppure a parlarne. Così toccherà oggi alla direzione provinciale del Pd decidere come dipanare la matassa avendo, però, già avuto ieri dalla direzione regionale del partito l’autorizzazione a ricorrere alle primarie. Una strada «consigliata» nei casi in cui, e L’Aquila è uno di questi, diventa impossibile risolvere politicamente la questione della composizione delle liste.

Primarie, dunque, per uscire da una situazione di impasse che si trascina ormai da settimane. Primarie, da più parti invocate, che dovrebbero andare in scena tra due settimane. Resta da capire se si tratterà di una consultazione riservata agli elettori del Pd o se invece sarà aperta a tutti. Certa la partecipazione alla competizione del consigliere provinciale Pierpaolo Pietrucci e dell’assessore comunale Alfredo Moroni. E tra i due potrebbe infilarsi Pietro Di Stefano, anch’egli assessore nella giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Massimo Cialente.

Emilio Nusca, coordinatore delle aree omogenee del cratere ed ex sindaco di Rocca di Mezzo, dovrebbe trovare posto nella lista civica del candidato presidente Luciano D’Alfonso.

Una soluzione, il ricorso alle primarie per la scelta dei candidati consiglieri, che i vertici regionali del Pd avrebbero voluto certamente evitare. Ma all’Aquila la mediazione politica è servita a poco ed è poi sfumata anche l’ipotesi di ricorrere a una terza via, ovvero alla candidatura unitaria di Giovanni Lolli. Invito non raccolto da Lolli che in caso di vittoria del centrosinistra dovrebbe, così ha lasciato intendere lo stesso D’Alfonso, andare a ricoprire l’incarico di vicepresidente della Regione. Alla direzione regionale hanno partecipato, oltre al candidato presidente, il sindaco Cialente, da sempre favorevole alla formula delle primarie, e la senatrice Stefania Pezzopane che, invece, avrebbe preferito una soluzione politica anche per evitare il rischio di una disaffezione degli elettori, a causa delle tante chiamate al voto.©RIPRODUZIONE RISERVATA