Il pm Rossini: i processi restino qui

Il procuratore: gli avvocati fanno capire di non credere nella giustizia

L’AQUILA. Sale di tono il dibattito avviato dall’avvocato Attilio Cecchini, sulla opportunità di trasferire in altra sede i processi sui crolli. Un tema di rilievo sul quale si registra anche un deciso commento del procuratore della Repubblica, Alfredo Rossini. «Gli avvocati», dice, «fanno capire di non credere nella giustizia».

«Se facessi l’avvocato lavorerei in maniera diversa», ha aggiunto il procuratore capo che non ha voluto fare commenti ulteriori all’intervento dell’avvocato Cecchini per evitare qualsiasi polemica. Rossini ha poi ribadito che la procura sta continuando le indagini con velocità. Un dibattito destinato a non esaurirsi, dunque, avviato dall’avvocato Attilio Cecchini, 85 anni, principe del foro aquilano, già presidente dell’Ordine degli avvocati, oltre che uomo di cultura, in una intervista al nostro giornale sul dopo sisma, nella quale ha chiarito senza mezzi termini anche la sua posizione su questo tema processuale.

Cecchini (che difende insieme al collega Angelo Colagrande, uno degli indagati per il crollo della Casa dello studente) ha asserito che si appresta a chiedere alla corte di Cassazione lo spostamento altrove dei processi «in modo che siano trattati in un ambiente neutro e non condizionato da influenze esterne». Ha poi aggiunto che non è «l’esorcismo del capro espiatorio la consolazione per chi soffre».

Ma è certo che le affermazioni di Cecchini sono condivise anche da altri colleghi (alcuni che difendono gli indagati nei processi sui crolli ma anche altri legali finora non coinvolti) i quali sono sulla sua stessa linea, sostenendo, pur senza prendere posizioni ufficiali, le ragioni dell’autorevole avvocato aquilano.

I processi sono ancora abbastanza lontani ma dalle posizioni di accusa e difesa non è difficile ipotizzare uno scontro molto duro nei prossimi passaggi dell’inchiesta. Non è un caso che uno degli indagati per il crollo della Casa dello studente, Luca D’Innocenzo di intesa con i suoi legali, ha rifiutato un interrogatorio, che egli stesso aveva chiesto, dopo che i Pm avevano delegato la polizia giudiziaria per ascoltare le sue ragioni.

L’intervento di Cecchini, che ha anche parlato di eccessi nelle manifestazioni pubbliche del Comitato delle vittime, ha suscitato dure reazioni da parte del portavoce delle famiglie dei ragazzi deceduti, Antonietta Centofanti. «Rimaniamo sorpresi» ha detto, «di fronte alle affermazioni dell’avvocato e ribadiamo che deve essere il tribunale del capoluogo a occuparsi dei crolli, che saprà dare le risposte le giuste risposte alle domande».