«Il Progetto case è da bocciare»

L’Ara critica le scelte della Protezione civile: costi troppo elevati.

L’AQUILA. «Analizzando i costi, i tempi e le modalità di realizzazione del Progetto Case si evince quanto questa scelta sia eccessivamente costosa e non esauriente». A pochi giorni dalla consegna dei primi appartamenti antisismici, l’Associazione ricostruzione L’Aquila (Ara) torna a criticare la scelta logistica fatta dalla Protezione civile. E intanto altri cittadini contestano le assegnazioni. A fronte di una ricerca elaborata dal geometra Piero De Santis, l’associazione Ara ha analizzato le implicazioni del progetto Case. «Chiediamo che si abbandoni definitivamente l’ottica della rincorsa all’emergenza e non si proceda a una ulteriore espansione del progetto Case», hanno esordito gli avvocati dell’associazione, Massimo Manieri e Gianluca Totani.

Elaborando i dati forniti dal Comune e dalla Protezione civile, l’Ara ha ricostruito ogni singolo capitolo di spesa. Secondo l’associazione, i costi di costruzione definitivi, comprensivi delle lavorazioni, opere di urbanizzazioni e spese tecniche e amministrative, con la sola esclusione dei costi del prezzo di esproprio dei siti di ubicazione dell’intervento ammontano a 710 milioni di euro, per una spesa media al metro quadro di 2.380 euro. «A questo», hanno spiegato i due avvocati, «bisogna aggiungere il costo del prezzo di esproprio dei terreni». Attualmente si parla di 6,5milioni perché gran parte delle destinazioni originarie sono di uso agricolo, «ma a seguito di annunciati ricorsi il costo potrebbe lievitare a 130milioni di euro», hanno detto i due.

«Aggregando tali dati» hanno aggiunto «si arriva ad un costo di edificazione complessivamente pari a 880milioni di euro e un prezzo di costo complessivo di 2.850 euro al metro quadro, prezzo al quale, prima del 6 aprile si acquistava un appartamento nuovo signorile in zona non periferica. È peraltro noto che il costo di costruzione di un palazzo a norma antisismica si attesta intorno ai 1100-1300 metri quadri». L’Ara ha poi preso in esame i costi di insediamento provvisorio dei cittadini sfollati che alla data del 20 settembre contavano 120 milioni di euro per la gestione delle tendopoli, altri 170 milioni di euro per le strutture ricettive, 50 milioni di euro per autonoma sistemazione in case private. «Occorre considerare», dice l’avvocato Manieri «l’aggravamento dei costi del progetto Case, conseguente all’errata previsione del fabbisogno reale abitativo in vista dell’inverno che produrrà ulteriori costi aggiuntivi». Quindi l’utilizzo di Map per coprire l’intero fabbisogno abitativo nelle case B, C, E, F, o nella zona rossa.

ANCORA PROTESTE. «Sono Caterina Bruno, nucleo di 5 persone con disabile al 100% con accompagnamento, con lavoratore e studente. Leggo sul Centro dei primi contratti firmati per l’assegnazione degli alloggi del piano Case. Ma le graduatorie non erano provvisorie? I contratti non vanno stipulati dopo la pubblicazione degli elenchi definitivi? La mia famiglia è sempre nel limbo. Chi mi risponde?».

REQUISIZIONI. «Nessun accanimento per le requisizioni delle abitazioni». Questa è la linea dettata dal prefetto Franco Gabrielli.