Il settennato di Collemaggio Fedeli ancora senza basilica

Fermi al palo i lavori da 14 milioni per l’edificio sacro e l’attiguo parco del Sole L’assessore Di Stefano: «L’Eni deve scegliere la ditta per eseguire i restauri»

L’AQUILA. «Basilica chiusa con ordinanza del sindaco». E chi vuole il santo padrone di casa, che vada pure a cercarselo nell’altra basilica – questa, però, minore, ma nel vero senso della parola – in via Sassa. Undici agosto, meno dodici dall’apertura della Porta Santa della basilica di Santa Maria di Collemaggio per quello che pomposi manifesti 6x3 indicano come il “primo Giubileo della Storia”.

Come appaiono lontani – a leggere questo cartello affisso al cancello del chiostro – non soltanto i tempi di Celestino V ma pure quelli degli annunci solenni, da quello del riconoscimento della festa come patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco per finire con quello, ben più importante, della riapertura della basilica: «Entro il 2016».

I lavori all’immenso complezzo abbaziale sono fermi al palo. Il Comune attende lumi dall’Eni, che a luglio ha mandato emissari in sopralluogo ma da allora non si è saputo più nulla. Ovviamente, tutto è rimandato a dopo la Perdonanza 2015, la settima senza basilica. O meglio, con una parte di basilica praticabile giusto il tempo di un giro dietro alla colonna per l’indulgenza.

Lo stesso rettore, don Nunzio Spinelli, allargate le braccia di fronte all’ennesimo rinvio, ha voluto impetrare grazie celesti recandosi in pellegrinaggio fuori città proprio in questi giorni.

«L’Eni deve scegliere l’impresa», spiega l’assessore comunale Pietro Di Stefano. «Inutile sottolineare quanto sia importante ogni riapertura di monumento in questa città. Siamo in attesa anche noi». I tempi di un intervento che sarà garantito grazie a un intervento privato stanno diventando lunghi come quelli del più classico degli appalti pubblici.

Dalla collaborazione tra università italiane, Comune, Soprintendenza ed Eni è nata la sponsorizzazione da 14 milioni – 12 destinati alla basilica e due alla sistemazione del Parco del Sole – che dovrebbe garantire il ripristino di uno dei luoghi-simbolo della città. Eppure, come fu assicurato in sede di presentazione del progetto (due anni fa) il piano di restauro ha previsto «una metodologia che limita gli interventi di restauro al minimo, lasciando inalterate, ove possibile, le parti originali».

Nulla di tutto questo si nota a Collemaggio in questi giorni. Comitive di turisti cercano di infilare lo sguardo nelle fessurazioni dei grossi portali di legno in attesa di capire se e quando partiranno i lavori. L’Eni, come disse il program manager Angelo Caridi in un’intervista, avrà in cambio la possibilità di «sfruttare i diritti d’immagine». Immagine ancora piuttosto sfocata.

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