Il sisma si sposta, previsioni e polemiche 

Il 29 marzo 2009 si apre il caso-Sulmona. Al centro dell’attenzione la figura del tecnico Giuliani. Case sgomberate a Cansano

L’AQUILA. La notte fra sabato 28 e domenica 29 marzo 2009 era scattata l’ora legale. Nel “dì di festa” il buongiorno, a Sulmona e in Valle Peligna, arrivò in maniera traumatica con una scossa alle 10,43, magnitudo 3.8. Le località più vicine all’epicentro furono Cansano, Campo di Giove, Pettorano sul Gizio e Pacentro. La scossa fece scattare un’aspra polemica fra il sindaco di Sulmona Fabio Federico e il “tecnico”, che sosteneva di poter prevedere i terremoti, Giampaolo Giuliani.
IL CASO-SULMONA. Così l’agenzia Ansa del 30 marzo alle 13,12 raccontò i fatti: “Ha telefonato (Giampaolo Giuliani, ndr) prima alla polizia municipale poi al sindaco di Sulmona annunciando che di lì a poche ore ci sarebbe stata una scossa di terremoto molto più forte di quella che c’era stata nella mattinata del 29 marzo. Ora rischia di essere denunciato per procurato allarme. Protagonista un tecnico di laboratorio dell’Infn dei laboratori del Gran Sasso che avrebbe realizzato uno strumento che rileverebbe con anticipo le scosse sismiche e la loro intensità. «Non è possibile che si vada in giro a creare allarmismi», ha detto questa mattina agli organi di informazione il sindaco di Sulmona Fabio Federico. «Ieri ho passato la giornata più brutta della mia vita perché dopo aver parlato con quel signore che mi aveva annunciato un sisma devastante, molto più forte di quello della mattina mi sono trovato in una situazione difficilissima in cui non sapevo cosa fare: se far scattare il piano di evacuazione o se far finta niente con il rischio di portarmi sulla coscienza una possibile tragedia». Il sindaco è stato allertato dalla polizia municipale che aveva ricevuto la chiamata direttamente dal tecnico del laboratorio del Gran Sasso. «Mi trovavo a Roma per sottoscrivere l’atto fondativo del Pdl quando ho dovuto lasciare tutto e ripartire in tutta fretta verso Sulmona», prosegue il primo cittadino, «mi sono tranquillizzato solo dopo aver parlato con il professor Bernardo De Bernardinis del centro nazionale di sismologia di Roma e vice capo della Protezione civile il quale mi ha spiegato che le possibilità che si verifichi un terremoto a Sulmona sono le stesse di un altro territorio del mondo a rischio sismico. Non lascerò che la storia cada nel nulla. Sto aspettando una relazione da parte della polizia municipale e dai carabinieri, anche loro a conoscenza della situazione, poi farò le mie considerazioni»”.
CASE SGOMBERATE. La stessa agenzia, in serata (ore 20.49) scriveva: “Il sindaco di Cansano, Mario Ciampaglione, su segnalazione dei vigili del fuoco, ha ordinato l’evacuazione di due abitazioni del paese, rimaste lesionate dalla scossa sismica di domenica mattina. Uno dei due edifici è abitato da una coppia di anziani che per il momento si sono trasferiti a casa della figlia. L’altra abitazione non era abitata, in quanto seconda casa. Anche il palazzo municipale ha subìto delle lesioni abbastanza evidenti, ma i vigili del fuoco le hanno ritenute non pericolose per la stabilità della struttura. «Bisogna solo tenere sotto monitoraggio la situazione», ha spiegato il sindaco, «non solo del Comune che per il momento resta agibile, ma anche di altre sei o sette case che sono state dichiarate parzialmente inagibili»”. Insomma, da una parte la polemica sull’allarmismo (Giuliani in quei giorni aveva previsto un terremoto forte a Sulmona, non all’Aquila) e dall’altra la constatazione che la scossa della mattina del 29 marzo qualche danno l’aveva fatto.
AEROPORTO. Sulla cronaca dell’Aquila del 30 marzo invece non si parla di sisma. Il sindaco Massimo Cialente su sei colonne annunciava: “Pronto il progetto per rilanciare l’aeroporto di Preturo. Sarà allargata la pista e verrà illuminata per i voli notturni”. L’aeroporto di Preturo ha una storia lunga e complessa. Dopo il terremoto, per farne uno scalo per gli arrivi e le partenze dei capi di Stato che parteciparono al G8 del luglio 2009, in un mese fu rifatta tutta la viabilità di collegamento con la scuola della Guardia di Finanza e quindi con la città. A un certo punto sembrò che L’Aquila potesse avere un aeroporto capace di fare concorrenza a quello di Pescara. Le cose sono andate in tutt’altro modo. Per raccontare le vicende che negli ultimi anni hanno riguardato lo scalo di Preturo bisognerebbe scrivere una farsa: roba da sbellicarsi dalle risate. O da piangere. Dipende dai punti di vista. Il Comune, che negli anni ha speso molti soldi pubblici per tentarne la valorizzazione, poche settimane fa ha revocato la gestione alla società che aveva vinto a suo tempo la gara per l’affidamento. L’aeroporto “civile” per L’Aquila resta un sogno forse destinato a restare tale. Se una funzione può avere e in parte già ce l’ha è quella legata ad attività di Protezione civile. La cronaca aquilana di quel giorno “chiudeva” con una breve: “Alcuni residenti segnalano che via XX Settembre è piena di buche. A loro avviso è assurdo che una strada così centrale possa essere ridotta tanto male”. In via XX Settembre c’era la Casa dello studente, uno dei luoghi simbolo del terremoto del 2009. Nessuno ha mai scritto che nella notte fra il 5 e 6 aprile del 2009 i mezzi dei soccorritori dovettero avere a che fare anche con una strada dissestata. Quisquilie si dirà. Certo, ma il capoluogo di regione, alla vigilia della catastrofe, “offriva” anche questo brutto biglietto da visita. Altro che L’Aquila bella mé!
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