In 6mila resistono al gelo

Temperatura a meno 3. Oggi torna Berlusconi.

L’AQUILA. Tre gradi sotto zero. Un’altra notte al freddo per seimila aquilani ancora sistemati nelle tende, sei mesi dopo il terremoto. Dopo la tempesta di vento di lunedì scorso, che ha divelto le tende in numerosi campi di accoglienza e costretto i volontari a trasferire gli ospiti altrove, ora il nemico numero 1 sono le basse temperature e la neve sui monti. E oggi torna Berlusconi che consegna altre case.

GELO E MALORI. La notte di freddo intenso nelle tende ha provocato anche una serie di malori che hanno colpito specialmente persone anziane. L’allerta è massima. Ieri la Protezione civile, che sta proseguendo a marce forzate con lo sgombero dei 56 campi di accoglienza ancora aperti (solo ieri ne sono stati chiusi altri tre), ha avviato un nuovo sondaggio nei campi per conoscere quanti anziani e quanti bambini dormono ancora nelle tende. Il gelo ha avvolto le 1882 case di tela blu. L’esodo forzato dalle tende avviene tra proteste e minacce da parte degli irriducibili che intendono rimanere nei campi anche senza mensa e senza servizi, come sta facendo, da più di un mese, un gruppo di 20 persone a piazza d’Armi. Pieni gli alberghi in città dopo lo smantellamento della più grande tendopoli, quella di piazza d’Armi, che è arrivata a ospitare anche 2000 persone, adesso il problema è reperire gli alloggi nel territorio provinciale. Ma gli sfollati, per motivi di lavoro e anche affettivi, non vogliono allontanarsi dall’Aquila e, dopo 6 mesi di tenda, chiedono una corsia preferenziale rispetto a chi è stato in albergo, dove ci sono ancora 13352 ospiti. Anche ieri sono state tante le rinunce agli spostamenti, anche se il freddo intenso sta spingendo molti sfollati a trovare una sistemazione alternativa. Insomma, di nuovo il ricorso al fai-da-te.

IN TENDA A 106 ANNI. Tra i seimila sfollati c’è anche Gioconda Mattia, l’ospite più longeva di tutta la città sparsa. È nata il 2 aprile 1903 e ha 106 anni e mezzo. Le ultime candeline le ha spente appena quattro giorni prima del terremoto e adesso vive nel campo di Acquasanta. «Siamo stati trattati sempre benissimo», racconta la figlia Maria. «I volontari sono stati un dono del cielo, ma il problema è che adesso non sappiamo dove andare e qui è arrivato il freddo. Ci avevano proposto di spostarci in un albergo a Rocca di Mezzo ma è evidente che per noi sarebbe stato problematico. Vogliamo restare all’Aquila perché mia madre ha bisogno di continua assistenza».

TORNA BERLUSCONI. Oggi, intanto, torna in città il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi atteso nel nuovo complesso di Cese di Preturo per la consegna di altre abitazioni del progetto Case agli sfollati. Il premier, poi, si sposterà a Coppito. Le case consegnate finora sono 1972, che si aggiungono alle 317 abitazioni di legno che sono state realizzate nelle frazioni. Il premier, dopo la consegna delle case, si sposterà nella caserma della Guardia di Finanza di Coppito dove incontrerà, nell’auditorium, i 150 giovani che hanno risposto ai due bandi attivati per il servizio civile straordinario dopo il sisma, uno dal Dipartimento e uno dalla Regione Abruzzo. In serata è previsto il rientro a Roma. La visita di Berlusconi, la numero 23 dal giorno dopo il terremoto, arriva puntuale dopo le proteste degli sfollati delle tendopoli che chiedono l’assegnazione di un alloggio prima dell’inverno.

«HO LA SCLEROSI». Sotto le tende al freddo e con la malattia. Una donna, ospite della tendopoli del parcheggio Globo, telefona al Centro per raccontare la sua storia e lanciare un appello disperato. «Sono malata di sclerosi multipla, mi hanno destinato prima a Ovindoli e poi a Rocca di Mezzo. Io non posso andare lontano dall’Aquila perché nelle mie condizioni non posso spostarmi. Io e mio marito, anche per motivi di lavoro, dobbiamo restare in città così come nostro figlio. Abbiamo rifiutato la sistemazione in albergo non per creare problemi ma proprio perché non siamo in condizioni di spostarci. Abbiamo chiesto che ci venga assegnato un container da parte della Protezione civile, in quanto la nostra abitazione è stata classificata di categoria B e si prevede, secondo i tecnici, che i lavori andranno molto per le lunghe, anche perché si tratta di un condominio. Pertanto, non possiamo stare sei mesi a Rocca di Mezzo. Chiediamo un aiuto perché siamo ai limiti della sopportazione».

LE PROSSIME CHIUSURE. È stato reso noto l’elenco dei prossimi campi in chiusura. Si tratta di quelli di Murata Gigotti di Coppito, Pagliare di Sassa, Acciano, San Martino d’Ocre, Roio Piano, Bazzano, San Biagio di Tempera e Caporciano. Le operazioni vanno avanti senza soste al Globo e da ieri le squadre di militari e volontari si sono spostate anche nel campo dell’ex Italtel 2 dove sono state smontate alcune tende. Secondo l’ultimo aggiornamento, gli ospiti delle tendopoli sono 5641. Un numero molto consistente. Finora sono state chiuse 115 aree di accoglienza, oltre a nove campi spontanei. L’operazione è destinata ad andare avanti parallelamente all’assegnazione delle case e al reperimento di nuovi posti negli alberghi del territorio provinciale.

MAP, ECCO LE AREE. Il commissario delegato Guido Bertolaso ha firmato il 13 ottobre il decreto che individua le aree per la realizzazione dei moduli abitativi provvisori nei territori dei Comuni dell’Aquila e di Lucoli. Ieri i tecnici hanno avviato l’accesso nelle aree per cominciare la procedura di esproprio dei territori. Le casette saranno realizzate a Roio Poggio, Colle di Roio, Santa Rufina, Poggio Santa Maria, Colle di Sassa, Sassa, Preturo, Arischia, Cansatessa, San Vittorino, Collebrincioni, San Giacomo, Camarda, Filetto, Pescomaggiore, Tempera, Monticchio, Civita di Bagno, Bagno Piccolo, Pianola e Collefracido. Nei giorni scorsi il professor Bernardo De Bernardinis, braccio destro di Bertolaso, ha convocato i sindaci del territorio preoccupati per i ritardi nei lavori per la realizzazione dei moduli provvisori. La Protezione civile ha assicurato che convocherà presto tutte le ditte incaricate per imprimere una decisa accelerazione alle opere.