In città duemila case invendute E il sisma si prende tutta la scena 

Il 31 marzo 2009 escalation delle scosse: 200 in 2 mesi. Bertolaso: «Episodi non tali da preoccupare» La situazione precipita: quattro scuole dichiarate inagibili. Denunciato Giuliani, tecnico del radon

L’AQUILA. Sul Centro del 31 marzo 2009, oltre alle cronache sullo sciame sismico, spuntava anche la notizia che nel territorio dell’Aquila c’erano ben 2.000 appartamenti invenduti. Se n’era parlato nel corso di una conferenza stampa convocata per organizzare un convegno di Costruttori e Camera di Commercio su “Gestione terre e rocce da scavo in edilizia”. Si accennava al fatto che il comparto delle costruzioni negli ultimi anni era in forte crisi, che i prezzi delle case stagnavano e con gli appartamenti invenduti molte imprese non riuscivano a pagare i debiti fatti con le banche. Il 6 aprile 2009 il terremoto porta morte e distruzione, ma anche una boccata di ossigeno immediata al settore: case equivalenti, affitti concordati, spregiudicate operazioni immobiliari, tutto nel nome dell’emergenza e della necessità di ridare un tetto sulla testa degli aquilani. I lettori apprendevano poi che il consiglio comunale aveva approvato il bilancio “fra le polemiche”, che Bruno Marconi era stato confermato alla presidenza del Cai (club alpino) e che il consigliere comunale del Pd Pierluigi Mancini era stato nominato alla vicepresidenza del Tsa. Ma è il terremoto che in quel 31 marzo si prende tutta la scena.
GIORNATA CONVULSA. La giornata è convulsa. Le agenzie (l’Ansa in particolare) la raccontano quasi ora per ora, i giornali ne daranno conto nell’edizione del primo aprile. Ecco quello che accadde in base ai “lanci” Ansa di quel 31 marzo 2009: “Ore 11,52: Una nuova scossa di terremoto è stata registrata alle 8,04 di stamani nell’Aquilano: ha avuto una magnitudo di 2,5 gradi e una profondità di 8,6 km. Le località prossime all’epicentro sono Villagrande, Collimento e L’Aquila. Ore 13,04: L’assessore regionale alla Protezione civile, Daniela Stati, ha confermato di essere in «continuo contatto con il capo della protezione civile Bertolaso che stasera verrà all’Aquila per la riunione della commissione Grandi rischi durante la quale si affronteranno le problematiche legate allo sciame sismico che si sta verificando da circa due mesi nell’Aquilano e si spiegherà il fenomeno». Stati lo ha detto commentando con i giornalisti quanto sta accadendo nell’Aquilano, territorio interessato da circa due mesi da uno sciame sismico che ha causato finora circa 200 scosse di terremoto. «Sono in contatto continuo anche con il sindaco Massimo Cialente che questa serà farà parte della riunione», ha aggiunto. «Invito i cittadini a cercare di essere sereni e soprattutto a non dare credito alle informazioni false sulla previsione dei terremoti che purtroppo in questi giorni stanno andando in giro. I terremoti non si possono prevedere, quando faranno lo sa solo il padreterno». Ore 14,09: Una nuova scossa di terremoto è stata avvertita dalla popolazione in provincia dell’Aquila nell’ambito dello sciame sismico che da giorni sta interessando la zona. Le località prossime all’epicentro, secondo quanto reso noto dal Dipartimento Protezione Civile, sono Collimento, Villagrande e L’Aquila. Dalle verifiche effettuate dalla sala situazione Italia del Dipartimento non risultano al momento danni a persone o cose. Secondo i rilievi dell’Ingv, la replica è stata registrata alle 13,14 con una magnitudo di 2,8. Ore 17.52: Per completare la ricognizione dei 52 plessi scolastici dopo le scosse di terremoto degli ultimi due giorni, il Comune ha predisposto un’ordinanza per la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado anche nella giornata di domani. Oggi, dopo i primi accertamenti sono state dichiarate inagibili due scuole. Ore 17,55: Quattro edifici scolastici dell’Aquila sono stati dichiarati inagibili, per danni strutturali, in seguito alle verifiche – tuttora in corso e che proseguiranno domani – disposte per le scosse di terremoto di ieri e oggi. Si tratta delle scuole elementari De Amicis e di Roio, della materna di Onna e del Centro linguistico di Ateneo, che hanno subìto tutte danni strutturali. In altri 51 edifici non sono stati registrati problemi strutturali, ma lesioni lievi che non impediranno si svolgere le lezioni. Devono ancora essere resi noti i danni alle scuole superiori; la ricognizione è stata fatta dall’amministrazione provinciale. Ore 18: La Protezione civile sta valutando la possibilità di denunciare per procurato allarme la persona che nei giorni scorsi a Sulmona, in provincia dell’Aquila, ha sostenuto e annunciato che di lì a poche ore ci sarebbe stata una scossa di terremoto molto più forte di quella che c’era già stata in mattinata. Lo annuncia il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, sottolineando che oggi la commissione Grandi rischi farà un sopralluogo all’Aquila proprio per fare una verifica della situazione e tranquillizzare la popolazione. Le scosse di terremoto che continuano a scuotere l’Abruzzo «non sono tali da preoccupare», spiega Bertolaso intervenendo a Roma a un convegno organizzato da ministero dei beni culturali e Protezione civile sulla esperienza del terremoto che nel 1997 colpì Umbria e Marche, «ma purtroppo a causa di imbecilli che si divertono a diffondere notizie false siamo costretti a mobilitare la comunità scientifica per rassicurare i cittadini». Ore 18,13: Carabinieri e polizia hanno denunciato un assistente tecnico dell’istituto nazionale di Astrofisica di Torino – Giampaolo Giuliani di 62 anni – per procurato allarme presso l’autorità. Domenica scorsa, dopo la prima scossa di terremoto che ha avuto come epicentro la zona di Sulmona, l’uomo avrebbe telefonato prima al commissariato del capoluogo peligno e poi alla polizia municipale sostenendo che nel pomeriggio ci sarebbe stata una scossa di un’intensità superiore alla precedente, creando allarmismi tra la popolazione. La notizia indusse il sindaco di Sulmona, Fabio Federico, a un rientro precipitoso da Roma dove stava partecipando al congresso fondativo del Pdl. Lo stesso sindaco aveva poi parlato telefonicamente con il tecnico ricevendo la conferma dell’alta probabilità che nella stessa serata la Valle Peligna sarebbe stata interessata dal sisma. Nel frattempo sulla vicenda è intervenuto anche il direttore dell’Istituto nazionale di fisica nucleare del Gran Sasso, Eugenio Coccia: «I Laboratori del Gran Sasso non si occupano di ricerca sui terremoti e il tecnico non è un nostro dipendente, frequenta la nostra struttura scientifica in quanto il suo istituto, l’istituto nazionale di Astrofisica di Torino, collabora in uno dei nostri esperimenti sui neutrini. Nessuna ricerca è in atto nella nostra struttura sulla previsione dei terremoti»”. Abbiamo voluto riportare tutti o quasi i lanci di agenzia di quel giorno affinché a 10 anni di distanza e col senno del poi ognuno può farsi un’idea su che tipo di messaggi giungevano in quelle ore agli aquilani.
PROCESSO AI GIORNALI. Durante il processo alla commissione Grandi Rischi una buona parte della difesa degli imputati si scagliò a testa bassa contro i giornali e in particolare contro il Centro, reo di aver fatto un’informazione fuorviante. Su un sito “targato” Ingv ancora oggi si legge: “La stampa locale (il Centro) mostrava un grande interesse e contattava diversi ricercatori Ingv le cui interviste apparivano semplificate o rubate o non corrette. Il Centro ha lo stesso giornalista che segue la sequenza”. Nessuno dell’Ingv in quei giorni smentì le dichiarazioni dei suoi sismologi. Se davvero quelle interviste furono “rubate” quantomeno da parte dell’Ingv o dei singoli scienziati sarebbe dovuta partire una querela per diffamazione. Ma nessuna querela c’è mai stata. Nel sito si arrivò a scrivere che la falsità di quelle interviste era fin troppo lampante, infatti ai sismologi venivano attribuite frasi che un esperto di terremoti mai avrebbe pronunciato. Esempio: un sismologo non direbbe mai movimenti tellurici. E infatti il loro è un linguaggio da iniziati. Destinato a non essere capito dai poveri mortali che male che va finiranno sotto le macerie.
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