In fumo l’inchiesta da mezzo milione

Isolatori difettosi, Dolce assolto in Cassazione mentre per gli altri due imputati si avvicina sempre di più la prescrizione

L’AQUILA. Con l’assoluzione in Cassazione di Mauro Dolce, e la prescrizione in vista per gli altri due imputati, sempre che non vengano assolti, Gian Michele Calvi e Agostino Marioni, evapora il filone giudiziario sugli isolatori difettosi nel Progetto Case. Che è, probabilmente, il processo più costoso della storia giudiziaria aquilana : gli isolatori da testare furono portati a San Diego negli Stati Uniti con costi (inevitabili) per quasi mezzo milione di euro. Non c’era scelta: l’unico laboratorio alternativo si trova a Taiwan.

Un processo certamente da fare (gli isolatori sono costati sette milioni), ma che si è sbriciolato tra i meandri della giustizia italiana.

Esulta la Protezione civile. «La sentenza della Cassazione», si legge in una nota, «pone fine alla vicenda che ha riguardato il professor Dolce giungendo a quanto il Dipartimemento di protezione civile ha sempre auspicato: accertare quanto prima la verità e, quindi, l’estraneità del professore in merito al reato di frode nelle pubbliche forniture».

Per Dolce e Calvi, già collaboratori di Guido Bertolaso, scagionati nel processo Grandi rischi dalla stessa Cassazione, non è finita qui, visto che sono indagati insieme ad altre 35 persone nel procedimento sui balconi che cadono, sempre al Progetto Case, e si aspetta la richiesta del pm, data per imminente, di rinvio a giudizio o proscioglimento. Ma anche qui, visto che il tempo non aspetta, sarà davvero dura far arrivare il processo in Cassazione prima che si prescriva, data anche la laboriosità del reperimento delle prove che pur paiono schiaccianti almeno per alcuni dei sospettati.

Un po’ come il caso Bertolaso dove, se l’imputato non rinuncia alla prescrizione, il 6 ottobre calerà il sipario. Un destino al quale sono sfuggiti, tra i procedimenti post-sisma, solo i processi dei crolli con vittime e la Grandi rischi, grazie a udienze andate avanti a marce forzate. Altrimenti sarebbero finiti in gloria anche i processi simbolo di autentiche tragedie quali quello sui crolli della Casa dello studente o quello di via D’Annunzio.

Le lungaggini processuali, certamente causate in parte dalla carenza di magistrati e cancellieri (il pm Fausto Cardella disse che serviva un organico doppio rispetto a quello attuale), sono state anche al centro di una garbata polemica tra Procura generale e Camera penale in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Resta il fatto che ci sono procedimenti penali inerenti alle truffe sulla ricostruzione fermi anche da un anno.

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