In migliaia a Campo Imperatore per la rassegna di ovini / Foto

Messa in quota e premiazioni ai produttori di formaggi. Gli allevatori rinnovano l’appello per i problemi del settore

CASTEL DEL MONTE. Dodicimila pecore, decine di stand e migliaia di visitatori. Questi sono i numeri della Rassegna ovina di Campo Imperatore (nelle foto a fianco), giunta ieri alla 54ª edizione. Organizzata dalla Camera di commercio dell’Aquila, la manifestazione ha radunato a Fonte Macina di Campo Imperatore, a circa 2000 metri di quota, buona parte del mondo che vive di allevamento. Un piccolo universo che vive una profonda crisi.

Dopo la messa e la benedizione delle greggi da parte del parroco di Castel del Monte, don Joseph Mazola Ayinapa, si è svolta la tradizionale premiazione della Verga d’argento, il premio del Comune di Castel del Monte per le personalità che hanno dato lustro al settore, assegnato quest’anno ad Antonio Stanziani, famoso chef, scrittore e operatore culturale di Villa Santa Maria.

Sul palco delle autorità si è fatto il punto della situazione in cui versa l’allevamento, tra costi di gestione e incassi sempre minori. L’assessore regionale all’agricoltura Mauro Febbo ha ricordato che il prezzo del latte è fermo dai tempi della lira. «Magari fosse fermo a 10 anni fa, è fermo da 25 anni», gli fa eco Giuseppe Valente, presidente dell’associazione regionale allevatori. Di problemi «irrisolti» parla Emiliano Emiliani, in rappresentanza del Comune di Castel del Monte: «Dieci anni fa qui c’erano 20mila pecore, ora sono 12mila». Sul palco anche il presidente del consiglio regionale Nazario Pagano e della Camera di Commercio Lorenzo Santilli. «Continueremo a fare tutto il possibile per sostenere il settore». Ma, in basso c’è chi spiega che per protesta non ha voluto partecipare alla rassegna. È Dino Rossi, allevatore di Ofena. Nel corso della manifestazione sono stati consegnati i premi ai pastori e alle ditte del concorso per formaggi e mozzarelle. Oltre agli stand con le pecore, i visitatori hanno apprezzato quello con gli alpaca (piccoli lama da cui si ricava un filato pregiato), i pazienti asinelli di razza crociata usati nella pet-therapy, lo stand delle associazioni tra cui «Salviamo la piana», il cantastorie che ha intrattenuto i bambini con la favola di Pinocchio, le pattuglie a cavallo e in bicicletta della Forestale, i volontari di Nuova Acropoli arrivati all’alba per fornire supporto. Ma i più festeggiati sono senza dubbio i cani Dingo e Jonai del progetto Life Antidoto del Parco nazionale del Gran Sasso, reduci dall’aver scoperto, giorni fa, ben 28 esche avvelenate messe nel Parco nazionale d’Abruzzo, esche in grado di uccidere centinaia di animali selvatici. (r.p.)

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