Incatenata in tenda per protesta

Monticchio 1, sale la tensione nel campo di accoglienza smantellato.

L’AQUILA. Pronti persino a incatenarsi contro lo smantellamento del campo e la nuova sistemazione in albergo. Il nuovo fronte caldo dell’autunno del post-terremoto è lo sgombero delle tendopoli. Proteste anche per il mancato pagamento dell’autonoma sistemazione. A

MONTICCHIO. Una donna si è incatenata nella sua tenda nel campo di Monticchio 1, in fase di smantellamento, per protestare contro l’assegnazione della sua nuova destinazione. La sua famiglia, tra cui due giovani, una lavoratrice e l’altra studentessa universitaria, è stata trasferita in albergo a Rocca di Mezzo come prima scelta oppure, in alternativa, a Sulmona. «Una condizione, questa, che ci rende impossibile di continuare a mantenere il nostro lavoro all’Aquila», hanno commentato gli sfollati. La protesta ha trovato la solidarietà in tante altre famiglie che risiedono nello stesso campo. Ne sono rimaste una decina tra cui anche alcuni nuclei in cui sono presenti persone disabili. A una di queste famiglie, secondo quanto riferito dai diretti interessati, è stata anche tolta una roulotte che era stata assegnata dalla stessa Protezione civile. Nel campo c’è malumore. Un altro residente aveva protestato contro l’assegnazione di un posto in un albergo fuori città minacciando di andare a dormire «sotto un ponte». Il clima non è certo dei migliori.

BUROCRAZIA NEMICA. Una lettrice telefona al Centro per raccontare la sua storia. «Abito da settembre in una casa nuova a Palombaia di Tornimparte in affitto concordato. Ho preso casa dopo Ferragosto. Sto lottando contro la burocrazia che mi impedisce di avere gli allacci delle utenze, nonostante l’impegno profuso sia da me sia dal proprietario dell’appartamento. Ho dovuto piazzare le bombole del gas perché non ho l’allaccio alla rete che pure passa di fronte alla casa. La richiesta è stata fatta a luglio. Presto, con l’inverno, i bomboloni si esauriranno molto rapidamente. Stesso problema anche per l’energia elettrica che salta in continuazione visto che manca l’allaccio alla rete principale e ci stiamo servendo della corrente da cantiere. Anche in questo caso il proprietario ha fatto tutte le richieste ma gli appalti vanno a ditte esterne che impiegano molto tempo. Infine, per il telefono, sono ancora in attesa della linea. In aggiunta a questo c’è da dire che pur essendo in una località non lontana dall’Aquila i collegamenti sono difficoltosi, visto che mio figlio per andare a scuola deve prendere due autobus. Occorre migliorare tutti i servizi».

«SIAMO SENZA SOLDI». «Sono sfollato fuori città. Ho scelto il contributo per l’autonoma sistemazione col quale pago l’affitto ma da 3 mesi non vedo un soldo e adesso rischio di essere sbattuto fuori casa». Lo sfogo è di un pensionato. «Voglio sollecitare il Comune ad accelerare il più possibile le verifiche per riprendere i pagamenti con maggiore regolarità». «Ho un’abitazione classificata E, in via Amiternum. Vivo con mia moglie. Ho avuto i soldi per tre mesi. Poi, più nulla. E adesso siamo in grave ritardo con gli affitti».