L'intervento del Canadair della Protezione civile sul Morrone in una foto di Mario Sabatini

Sulmona

Incendio Morrone, chiesto l'intervento dell'esercito / Foto

Le fiamme non danno tregua e alle 20 spingono l'incendio a valle, minacciando di nuovo le case. A fuoco anche il giardino della villa dell'ex sindaco Federico. Il Comune attiva il Coc, il sistema di videosorveglianza del Parco fuori uso da anni

SULMONA. Il fuoco non dà tregua. Nonostante l'opera incessante dei due Canadair che da questa mattina continuano a riversare migliaia di ettolitri di acqua sulla montagna in fiamme, dei Vigili del fuoco, dei Carabinieri della Forestale e dei volontari della Protezione civile, il fronte dell'incendio che dal pomeriggio di ieri sta interessando il Monte Morrone continua ad avanzare verso nord. Un'avanzata più lenta rispetto a questa mattina a causa del vento che gira continuamente e riavviva focolai anche verso sud che sembravano ormai spenti. L'immagine che appare agli occhi di chiunque attraversa la Valle Peligna è di una montagna interamente in fiamme. Vista la drammaticità della situazione il vicesindaco del Comune di Sulmona ha chiesto l'intervento dell'esercito. «C'è ancora una situazione di massima allerta e abbiamo richiesto l'intervento dell'esercito e il potenziamento dei mezzi di soccorso atti allo spegnimento del fuoco che sta distruggendo il nostro Morrone da ieri pomeriggio - afferma Mariella Iommi -. Attualmente il vento non facilita la situazione e siamo in stretto contatto, con il Presidente della Regione Luciano D'Alfonso e l'assessore regionale Andrea Gerosolimo. Da ieri - prosegue il vicesindaco - è stato attivato il Centro operativo comunale (Coc) con funzione tecnica, di protezione civile, di volontariato, di assistenza alla popolazione e alla viabilità. Si raccomanda alla popolazione massima prudenza e si richiede di evitare di recarsi sul posto e nelle strade limitrofe sia per motivi di sicurezza che per consentire ai mezzi di soccorso il pronto intervento».

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Il sistema di videosorveglianza del Parco è fuori uso. «Il sistema di videosorveglianza del Parco allo stato attuale non è funzionante e, stante anche il tempo trascorso dall'acquisto, necessita di interventi di manutenzione straordinaria per quanto concerne in generale il funzionamento dell'apparato. L'importo stimato per l'intervento non è inferiore a 50mila euro». Così recitava nel 2015 il Piano di previsione, prevenzione e lotta agli incendi nel Parco nazionale della Majella, approvato dal Consiglio Direttivo dell'Ente Parco nel luglio di quell'anno e relativo al periodo 2015-2019. L'impianto era stato fornito a seguito di appalto concorso del 2003, con un sistema fisso e/o mobile di videocontrollo ambientale per l'avvistamento di incendi boschivi, controllo faunistico e ausilio all'attività antibracconaggio. Il sistema, di tipo mobile con due postazioni fisse, prevedeva «unità di ripresa, sia di tipo diurno (colore), che notturno/diurno (ad immagine termica)»: di giorno telecamere per l'individuazione visiva di fumo e fonte di calore, in caso di incendi anche di piccole dimensioni, mediante la sezione termica dell'apparato. Di notte in azione «principalmente la sezione termica, in grado di rilevare tanto gli incendi quanto la presenza di fonti di calore prodotte da animali, persone e mezzi». «Nel territorio del Parco Nazionale della Majella l'attività di avvistamento a terra avverrà ad opera del personale del Corpo Forestale dello Stato e delle associazioni di volontariato - si legge ancora nel documento del 2015 - A questa si aggiunge l'attività integrativa che potrebbe essere svolta con il sistema di videocontrollo ambientale del Parco». Nel Piano si elencano poi gli interventi e le possibilità di finanziamento, con previsioni di spesa complessive, dettagliate per ogni categoria di intervento. Poiché per il 2015 l'Ente Parco dichiara, nel Piano, di non avere risorse in bilancio, specifica che «il quadro programmatorio individuato deve essere visto esclusivamente come strumento a disposizione da utilizzare per sensibilizzare e sollecitare tutti gli enti preposti, Ministero dell'Ambiente e Regione Abruzzo in primis, a farsi carico di tali spese attraverso Piani e Programmi di finanziamento da questi gestiti, oltre che a verificare la possibilità di partecipare a bandi e misure di finanziamento periodicamente pubblicati dalla Comunità Europea». Tra le attività da finanziare si cita appunto la «manutenzione straordinaria dell'impianto di videocontrollo ambientale», con previsione di una centrale di videocontrollo presso il centro di visita del parco di Pizzoferrato (Chieti) e importo stimato «non inferiore a 50.000 euro».

Il Parco Majella: attacco a un simbolo dell'Abruzzo. «Un vero e proprio attacco a una delle montagne simbolo del Parco Nazionale della Majella. E che ha toccato ampie zone di riserva integrale». Sono le parole del direttore del Parco, Oremo Di Nino, in merito all'incendio che da sabato scorso interessa il monte Morrone, nel massiccio della Majella, «con roghi nei territori dei comuni di Sulmona e Pacentro». Per Di Nino si tratta di «un grave danno alla biodiversità del Parco, in uno dei settori più belli e di pregio. Un vero e proprio attacco alle politiche di conservazione del Parco, danni che saranno visibili per anni». «Ieri le fiamme hanno lambito l'abitato delle Marane di Sulmona e progressivamente hanno avvolto il sovrastante versante del Morrone. Le fiamme per tutta la notte hanno risalito il versante e solo questa mattina i mezzi aerei stanno tentando lo spegnimento nei settori alti della montagna» riepiloga sul sito del Parco il direttore, aggiungendo che «l'Ente, in contatto con la sala operativa della Protezione civile, è presente sul posto con mezzi e uomini per gli interventi di bonifica e controllo dei focolai rimasti nei settori più bassi dell'incendio. Gli interventi nei settori alti della montagna attualmente possono essere effettuati solo con i mezzi aerei e sono in servizio un altro Canadair e un elicottero a supporto dell'aereo già sul posto. Nelle scorse settimane il Parco aveva già messo a disposizione della Sala Operativa Regionale i mezzi e i gruppi antincendio provenienti dal disciolto Corpo Forestale dello Stato».

Aggiornamento ore 20. Il vento continua a soffiare sul monte Morrone spingendo nuovamente il fronte del fuoco verso valle. Molte le abitazioni presidiate dai Vigili del fuoco, intervenuti anche nella villa dell'ex sindaco di Sulmona Fabio Federico, interessata da un principio di incendio, subito domato. A causa del fuoco che si avvicina alle frazioni pedemontane di Sulmona i Vigili hanno ordinato l'evacuazione di una stalla dove erano ricoverati 15 cavalli da corsa. Nel frattempo sono stati potenziati i vari presidi di soccorso con 50 Vigili del fuoco pronti a intervenire da terra. Potenziata anche la pattuglia aerea: ai due Canadair sono stati affiancati due elicotteri dei Vigili del fuoco e uno dell'Esercito. Sul posto si trovano il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, insieme al presidente della Provincia dell'Aquila, Angelo Caruso, i quali hanno voluto rendersi conto di persona della situazione per poter prendere ulteriori decisioni qualora la situazione lo richiedesse. Secondo il responsabile provinciale dei Vigili del fuoco, Domenico De Bartolomeo, occorreranno alcuni giorni prima che la situazione torni alla normalità perché il fronte dell'incendio è molto vasto e la zona interessata dalle fiamme si può raggiungere solo con i mezzi dall'alto. «Attualmente il problema principale è il fumo - spiega De Bartolomeo - Abbiamo chiamato il medico della Asl per verificare la salubrità dell'aria in modo che i cittadini possano prendere adeguati provvedimenti. Contro il fumo, purtroppo non possiamo far niente». Molte le zone della città dove le auto sono ricoperte di cenere. In Abruzzo altri incendi sono in atto a Castel di Sangro (L'Aquila) e nel Teramano a Valle Castellana.