Sulmona

Incendio sul Morrone: pile e stagnola, così agisce il piromane 

Si analizza un innesco mentre continuano a bruciare ettari di bosco. Il procuratore Bellelli: «Reati gravi, caccia ai responsabili». Donna in ospedale per il fumo

SULMONA. È caccia serrata ai piromani del Monte Morrone. Mentre i Canadair continuano a gettare milioni di litri di acqua sul fuoco che continua a bruciare centinaia di ettari di bosco, il procuratore della Repubblica di Sulmona Giuseppe Bellelli sottolinea: «Faremo tutto il possibile per assicurare i responsabili alla giustizia». Parole pronunciate ieri mattina durante il sopralluogo eseguito sul luogo dove molto presumibilmente è stato appiccato il fuoco. Un testimone ha riferito di aver visto, sabato sera, scendere un’auto a fari spenti dal sentiero che porta sulla montagna di Celestino V, poco prima che divampassero le fiamme. «Stiamo cercando le tracce e gli elementi utili a ricostruire le cause di questo incendio», dichiara Bellelli. «Si tratta di reati gravi, come incendio boschivo doloso e forse anche di disastro ambientale, questo lo valuteremo». E proprio per non lasciare niente al caso l’inchiesta è stata divisa in due tronconi: il primo affidato ai carabinieri forestali di Cansano e l’altro a quelli di Sulmona.

leggi anche: L'incendio sul Morrone la scorsa notte (foto Mario Sabatini) Sulmona, la Procura apre l'inchiesta sul rogo del Morrone / Foto Sopralluogo del procuratore capo Bellelli: «Faremo di tutto per assicurare alla giustizia i responsabili». Tornano i Canadair, salvi dieci escursionisti

Al momento è stato trovato un solo innesco, nei pressi del poligono di tiro: una dozzina di pile collegate tra loro, che unendo polo positivo e negativo avrebbe dovuto provocare un’autocombustione tramite il surriscaldamento di una carta stagnola in cui era stata avvolta. Sul fronte di Pacentro, invece, non sono stati trovati inneschi, anche perché le zone da ispezionare risultano ancora inaccessibili. In mezzo a un cespuglio su colle Savente (la collina che sovrasta il cimitero di Sulmona) è stata recuperata una bottiglia di benzina che non può essere considerata un innesco e che, sempre secondo quanto sospettano i carabinieri forestali, è stata lasciata in quel posto da qualche motociclista. Alcune persone hanno avvertito fastidi per il fumo provocato dall’incendio e una donna, A.L.G., è stata ricoverata in ospedale per problemi alle vie respiratorie. Situazione che ha spinto l’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente (Arta) ad avviare le operazioni di monitoraggio della qualità dell’aria. Il mezzo attrezzato è stato posizionato nella frazione di Marane. Già oggi saranno disponibili i primi risultati. Intanto, il sindaco Annamaria Casini ha annunciato che chiederà subito «un’analisi geomorfologica delle aree a ridosso delle abitazioni per scongiurare il rischio di smottamenti».
«Ho voluto visitare alcune case che sono state in pericolo per rendermi conto di persona della situazione», afferma il sindaco. «Dobbiamo chiudere questa fase di emergenza per poi pensare a interventi di bonifica». Restano attivi i presìdi di Protezione civile, Croce rossa e vigili del fuoco che continuano a lavorare alacremente di concerto con le forze dell’ordine e le associazioni di volontariato. Diversi focolai ardono ancora nel versante Nord e soprattutto nelle zone retrostanti la montagna, nella zona di Mandra Castrata, teatro dell’eccidio del Morrone. Resta operativa giorno e notte la sede del Coc. Intanto, Sinistra Italiana ha annunciato che chiederà al governo di tornare indietro, rivedendo l’assetto attuale della riforma che si è dimostrata totalmente inefficace: «Si torni alla guardia forestale subito e si appronti un sistema stabile e professionale di vigilanza nelle aree parco protette».
©RIPRODUZIONE RISERVATA