Inchiesta crolli, slittano gli avvisi

I ritardi causati dall’approfondimento dei risultati delle perizie.

L’AQUILA. Si dovrà attendere qualche giorno, forse la fine della settimana, per avere i primi sviluppi concreti, ovvero le informazioni di garanzia nell’indagine sui crolli degli edifici dopo il sisma. Troppo complesso l’esame delle perizie per poterlo concludere in poco tempo. La svolta, in effetti, era stata annunciata per la prima decade di ottobre, dal procuratore capo, Alfredo Rossini. Il magistrato, insieme al sostituto Fabio Picuti, è impegnato nell’esame e nell’approfondimento delle cinque perizie presentate dai consulenti nominati dalla procura. A questo punto non è neppure certo che entro la settimana in corso possano essere emessi gli avvisi di garanzia e contestualmente gli inviti a comparire dei presunti responsabili dei crolli. «Non c’é niente» si è limitato a dire Rossini il quale non si pronunciato in modo definitivo sulle possibilità di svolta entro la settimana.

Lo slittamento dei tempi è causato dal fatto che la portata quantitativa delle relazioni è rilevante e che quindi servono ancora dei giorni per mettere a fuoco le perizie e individuare le persone che potrebbero avere delle responsabilità nei crolli del terremoto del 6 aprile scorso. Inoltre si deve anche considerare che i parametri di valutazione sui criteri di realizzazione non sono quelli di adesso ma occorre rifarsi alle norme di costruzione antisismiche risalenti (per la Casa dello studente) a quasi mezzo secolo fa. Delle cinque perizie, la Procura si sta concentrando in particolare sulle relazioni sulla Casa dello studente e sul Convitto nazionale, dove sono morti rispettivamente otto e tre giovani studenti. Nel mirino i protagonisti della filiera costruttiva e autorizzativa dei due edifici.

Altre perizie importanti presentate riguardano l’ospedale e l’università dove comunque non ci sono stati morti. Sono state presentate, inoltre, delle perizie riguardanti delle abitazioni che sono crollate nel quartiere di Pettino ma non si tratta di vicende per le quali ci sono state tragedie. Quanto alle cause dei crolli della Casa dello studente, secondo quanto è trapelato, i periti hanno individuato carenze strutturali a cominciare dai pilastti ritenuti fragili. Per cui i crolli al primo pianno hanno fatto abbassare l’edificio di via XX Settembre e i ragazzi che dormivano nell’ala del palazzo caduta sono rimasti schiacciati. Non ci sono, invece, particolari problemi sulla qualità del cemento e delle strutture di acciaio.

La qualità del cemento, comunque, è risultata buona in tutti gli edifici relativamente nuovi finora visionati. Anche per il Convitto nazionale c’è stato un cedimento strutturale ma si tratta di una costruzione molto più datata rispetto ad altre. Gli investigatori stanno anche considerando un altro aspetto. Quello riguardante omissioni in relazione allo studio redatto da Abruzzo Engineering sulla criticità annunciata di alcuni edifici poi crollati. Questo dopo una denuncia presentata dall’avvocato Vanna Pizzi che tutela le parti civili di studenti morti in altre case crollate al di fuori della Casa dello Studente.