Inchieste, aperti finora duecento fascicoli

La maggioranza dei filoni riguarda i crolli. Al momento gli indagati sono 26

L’AQUILA. Quasi duecento filoni di inchiesta aperti a otto mesi dopo il terremoto e connessi a vario titolo con l’evento: c’è di tutto, dai crolli di edifici che hanno provocato autentiche tragedie, agli appalti sospetti, fino alle infiltrazioni mafiose. Finora sono 26 gli indagati nell’ambito di fascicoli cui da parte della procura della Repubblica del capoluogo è stata data la priorità e che riguardano, per l’appunto i crolli. Ma presto il numero dei sospettati aumenterà.

I CROLLI. Per quasi tutti gli edifici pubblici crollati è stato aperto un fascicolo come pure per palazzi e condomini privati dove, secondo un attento esame, si sono verificati più danni di quelli che il sisma doveva produrre. Per questa ragione sono stati circa 150 gli edifici messi complessivamente sotto sequestro dalla procura nell’ambito di indagini affidate e polizia, finanza, carabinieri e forestale. I 26 indagati riguardano, per l’appunto, la tragedia della Casa dello studente, dove in 15 sono sotto indagine per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni gravi per la morte di otto giovani e il ferimento di altrettanti ragazzi che hanno riportato traumi psichici forse incancellabili.

Due gli indagati per il crollo del Convitto nazionale con l’accusa di omicidio colposo per il decesso di tre ragazzi. Queste sono le indagini più avanti visto che si è arrivati alla comunicazione dell’avviso di conclusione, il famigerato articolo 415 bis che prelude, quasi sempre alla richiesta di rinvio a giudizio.
In dirittura di arrivo anche la chiusura dell’inchiesta sul crollo della facoltà di Ingegneria a Roio dove già ci sono nove indagati per disastro colposo. Non ci sono stati morti ma secondo il pm, Alfredo Rossini, che segue l’indagine insieme al sostituto procuratore, Fabio Picuti, la struttura muraria crollata avrebbe potuto fare anche mille morti se il sisma ci fosse stato durante le ore di lezione. Insomma solo il caso ha impedito una tragedia ancora più grande di quella che ha colpito la città.

In tutti e tre i filoni di indagine già quasi terminati nel mirino ci sono costruttori e progettisti e responsabili delle ristrutturazioni. Per la Casa dello studente e per il Convitto Nazionale, però, a rispondere delle accuse ci sono anche degli amministrativi sospettati di mancata sorveglianza sulla stabilità delle strutture.
Sono in piedi altri filoni che stanno per essere avviati con avvisi di garanzia a cominciare dalle innumerovoli abitazioni crollate in via XX Settembre e intorno alla villa comunale o via Campo di fossa. Tutti eventi che hanno provocato tragedie anche perchè i palazzi sono stati realizzati mezzo secolo fa su un terreno inadatto perchè caraterizzato da grotte sotterranee.

Ma una delle indagini verso la definizione imminente è quella sui crolli dell’ospedale San Salvatore dove non vi furono morti ma secondo la procura una struttura relativamente recente e così strategica non doveva registrare danni così rilevanti. C’è poi un filone specifico che riguarda le scuole di recente costruzione per il quale vale lo stesso ragionamento fatto per il San Salvatore. Nessuna indagine, secondo quanto è dato sapere ci sarà per il crollo della prefettura, struttura troppo antiquata per ospitare uffici importanti e che forse avrebbe ceduto anche con un sima meno potente di quello dle 6 aprile.

APPALTI. L’attenzione della procura è rivolta anche alle ipotetiche infiltrazioni mafiose nei subappalti per la ricostruzione. La struttura predisposta a bloccare alla fonte l’inserimento della criminalità organizzata, affidato alla prefettura, sembra dare i suoi frutti al punto che finora, nonostante centinaia di appalti affidati, i casi al vaglio della Procura si contano sulle dita di una mano. Ci sono poi altri appalti come quello (saltato) riguardante lo smaltimento delle macerie che il comune intendeva affidare a una ditta aquilana. La Finanza sta indagando su presunte iregolarità ma non sembra che siano emerse cose grosse anche se grossa è stata la polemica politica. A gennaio gli atti saranno riconsegnati alla magistratura aquilana.

CASA STUDENTE BIS. Da definire ancora l’inchiesta sulla realizzazione e gestione della nuova Casa dello Studente realizzata con fondi pubblici dalla Regione Lombardia. La procura e la corte dei conti stanno verificando se è lecito che la struttura, costata oltre 7 milioni, possa confluire tra 30 anni, come da accordi, nel patrimonio della curia aquilana che ha donato il terreno. Un avvio di indagine, che ha irritato il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni.

GRANDI RISCHI. Tempi brevi per sviluppi concreti riguardanti le dichiarazioni, forse avventate, dopo la riunione della commissione grandi rischi a fine marzo 2009. Alcuni, alla fine del summit di esperti, si lanciarono in affermazioni rassicuranti che forse hanno fuorviato alcuni cittadini che hanno preso sottogamba l’ipotesi di un sisma rovinoso che pure non era stato escluso nel documento. Di lì una denuncia, presentata dall’avvocato Antonio Valentini sottoscritta da molte persone che hanno avuto morti in famiglia per il sisma, e che entro gennaio 2010 potrebbe produrre effetti assai eclatanti.