Lo stabilimento Spumador (Gruppo Refresco) a Sulmona

SULMONA

Infiltrazioni mafiose, la Spumador in amministrazione giudiziaria

Provvedimento del tribunale di Milano sull'azienda che ha sede nel Comasco e uno dei cinque stabilimenti produttivi nella Valle Peligna

MILANO. Finisce in amministrazione giudiziaria per un anno per infiltrazioni della 'ndrangheta la Spumador spa, azienda di bevande gassate con sede nel Comasco, con un fatturato annuo superiore ai 200 milioni di euro, cinque stabilimenti uno dei quali dà lavoro a un centinaio di dipendenti a Sulmona.

leggi anche: Spumador, nuove produzioni e investimenti per nove milioni  Proprietà e sindacati siglano l’accordo che disegna il futuro dello stabilimento per i prossimi 3 anni Previsto anche un incremento dell’occupazione con venti assunzioni a tempo indeterminato

Il provvedimento è stato disposto dalla Sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano al termine delle indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Como, coordinate dal pm Paolo Storari, che hanno fatto emergere "un presunto meccanismo criminoso che puntava ad ottenere il controllo totale delle commesse di trasporto della società", con sede nel Comasco.

Il nome della Spumador, che dal 2011 è controllata dal gruppo olandese, era comparso già in un'inchiesta della Dda milanese, coordinata dai pm Sara Ombra e Pasquale Addesso, che nel novembre 2021 portò a a 54 arresti. Il controllo delle commesse, spiegano gli investigatori, sarebbe stato "ottenuto mediante reiterate condotte estorsive, aggravate dal ricorso al metodo mafioso, ai danni di dirigenti e dipendenti della committente, di fatto assoggettata al volere degli 'ndranghetisti, che imponevano le loro condizioni economiche" alla Spumador.

I giudici hanno rilevato "una grave situazione di infiltrazione mafiosa nell'attività di impresa esercitata, perdurante dal 2018 sino ad oggi, che ha permesso a svariate società, riconducibili ad esponenti della 'ndrangheta, di operare indisturbate nel tessuto economico, alterandone le regole della concorrenza e ottenendo così ingenti vantaggi".