Inquinamento, spuntano 3 indagati

Dopo il blitz degli investigatori è stato iscritto nel registro anche il legale rappresentante dell’impianto di Massa d’Albe

AVEZZANO. Sale il numero degli indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica del tribunale di Avezzano sul compost disseminato in oltre ventimila metri quadrati di terreno, tra Scurcola Marsicana e Magliano de’ Marsi. Oltre al titolare dei terreni posti sotto sequestro dal Corpo Forestale dello Stato (che conduce le indagini), nel registro degli indagati è stato iscritto anche il legale rappresentante dell’impianto di compostaggio che sorge in località Massa d’Albe. Il reato ipotizzato nei loro confronti è quello di violazione del testo unico sull’ambiente. Gli agenti del Corpo Forestale hanno rimesso un dettagliato rapporto al pm Maurizio Cerrato sulla composizione degli oltre 500 quintali di compost disseminati sui terreni in questione. Si tratta ovviamente di un’analisi a vista, poiché le analisi scientifiche, sull’effettiva miscelazione del prodotto, saranno svolte dall’Arta (Agenzia regionale per la tutela ambientale). Dall’analisi sommaria del compost emergerebbero pezzetti di vetro e di plastica. Le analisi dell’Arta accerteranno se vi siano ulteriori componenti dannosi all’ambiente e che sfuggono all’accertamento visivo. La società “Cesca”, che gestisce l’impianto dal quale sono stati prelevati i 500 quintali del “terricciato”, ha diffuso una nota, a firma dell’amministratore, Domenico Contestabile, con la quale si affermano la regolare produzione del compost e la sua regolare distribuzione agli agricoltori e agli allevatori. Il sequestro effettuato dal Corpo Forestale, due giorni fa, intanto, è stato convalidato dalla magistratura. La notizia del sequestro e dell’indagine ha riacceso le speranze del comitato dei cittadini, formatosi nei comuni vicini all’impianto di compostaggio, che nei mesi passati aveva avviato un’azione amministrativa per il blocco della produzione nell’impianto. La questione era finita dinanzi ai giudici del Tribunale amministrativo regionale, che aveva sentenziato la legittimità della struttura. I cittadini, in particolare, lamentano il fatto che la produzione di compost sprigioni odori nauseanti che ammorberebbero l’aria circostante, raggiungendo anche le abitazioni. Con ogni probabilità il comitato tornerà a riunirsi nelle prossime ore per decidere, eventualmente, di impugnare la decisione del Tar. Intanto, gli agenti del Corpo Forestale continuano nelle indagini e in queste ore stanno ascoltando testimoni e vagliando le segnalazioni che hanno ricevuto nel corso degli ultimi mesi. Non si escludono ulteriori provvedimenti della magistratura e sviluppi nella vicenda.

Dario Pallotta

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