Intecs, rimosso il camper della protesta 

Dopo 15 mesi i ricercatori licenziati costretti a sospendere la mobilitazione in attesa di trovare una roulotte a basso costo

L’AQUILA. Il camper non c’è più, davanti a Palazzo Silone. Dopo 15 mesi di presidio ininterrotto, gli ex ricercatori della Intecs hanno sospeso la mobilitazione, scattata a gennaio del 2018, in seguito al licenziamento di massa. Ma solo temporaneamente, in attesa di recuperare una roulotte. Non possono arrendersi, visto che sono rimasti senza alcun reddito e che attendono ancora di essere convocati dal nuovo assessore regionale alle attività produttive Mauro Febbo.
Per i 70 lavoratori si avvicina il secondo primo maggio senza avere nulla da festeggiare. Il giudice del lavoro ha dichiarato illegittimi quei licenziamenti arrivati a Natale del 2017, quando la Intecs ha chiuso il laboratorio di ricerca e sviluppo aquilano. La prima beffa: non possono essere reintegrati, perché l’azienda non c’è più. La seconda è che l’Inps, con una interpretazione delle norme considerata restrittiva ha deciso di sospendere l’erogazione della Naspi, il sostegno della disoccupazione. Senza lavoro, senza stipendio, senza ammortizzatore sociale. E ormai sono passate diverse settimane da quando l’ente, dopo un sit-in di protesta, si è impegnato ad approfondire la questione «al fine di pervenire a soluzioni che limitino il più possibile il disagio sociale che scaturisce dalla vicenda». Nel frattempo, gli ex ricercatori hanno dovuto restituire il camper, che era diventato la loro seconda casa da 15 mesi, e hanno lanciato un appello, per affittare o acquistare a un prezzo contenuto una roulotte, da posizionare nuovamente su via Leonardo da Vinci, sotto le finestre del palazzo che ospita la giunta regionale. «I lavoratori sono nel buio totale», spiega la segretaria della Fiom Elvira De Sanctis, «e la loro vertenza appare sempre più difficile. Intanto si aspetta ancora la convocazione del tavolo richiesto all’assessore Febbo. Ci sono delle aziende che hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per favorire la loro ricollocazione, ma l’intera operazione, avviata dalla passata amministrazione regionale, deve essere ripresa e portata a termine».
Nell’accordo sono state coinvolte Thales Alenia Space, Leonardo e Telespazio, con l’insediamento di una impresa fornitrice di servizi tecnologici, la Forender 24, che dovrebbe riassumere una parte delle professionalità di alto profilo fuoriuscite da Intecs.
«Ancora più grave», conclude De Sanctis, «è il fatto che i ricercatori siano rimasti senza Naspi, visto che non si intravedono prospettive lavorative a breve termine. E siamo ormai giunti al secondo primo maggio, con una situazione che è addirittura peggiorata».
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