Commercio nel Nucleo industriale  

Iommi: sì ai negozi tra le fabbriche

SULMONA. Le dure critiche delle associazioni di categoria contro il provvedimento della Provincia con cui si dà il via libera al commercio nella zona industriale scatenano la reazione del vicesindaco...

SULMONA. Le dure critiche delle associazioni di categoria contro il provvedimento della Provincia con cui si dà il via libera al commercio nella zona industriale scatenano la reazione del vicesindaco Mariella Iommi. «Ci sono politiche per rilanciare l’area industriale e politiche dedicate al rilancio del centro storico della città», premette Iommi, «ma una cosa non esclude l’altra». Per le associazioni di categoria, invece, da cui si è alzato un coro di no alla liberalizzazione più spinta dell’area industriale, il commercio andrebbe a dare il colpo di grazia a un centro storico già in difficoltà. Altri negozi o centri commerciali, infatti, per gli addetti ai lavori rappresenterebbero un colpo alle attività che si trovano all’interno delle mura antiche. I rappresentanti dei commercianti hanno anche criticato il loro mancato coinvolgimento nella stesura del procedimento. Iommi, però, precisa che gli interessati possono inoltrare le loro osservazioni al provvedimento, ancora in fase di adozione. «Si tratta innanzitutto di una delibera di adozione, l’iter non è concluso dal momento che si possono avanzare le osservazioni nell’ambito del processo di pianificazione. Inoltre, vorrei rimarcare che l’eventuale insediamento di attività produttive nel nucleo industriale di Sulmona non dev’essere visto come un impedimento, ma come un segnale di ricchezza per il tessuto economico della città». Le novità introdotte dalla variante al nucleo industriale riguardano la possibilità di inserimento – in ogni lotto – di un negozio di vicinato, la possibilità di realizzare, nelle aree con destinazione già commerciale, strutture di vendita fino a 2.500 metri quadri, la facoltà di ampliare gli edifici esistenti, secondo le premialità e i parametri previsti dalla legge 49, e l’apertura alle altre destinazioni d’uso per tutti gli edifici esistenti. Una flessibilità più spinta, dunque, che dovrebbe – secondo i promotori – rivitalizzare l’area e facilitare il riuso dei capannoni dismessi. «In un contesto ormai deindustrializzato», conclude Iommi, «si otterrà, a procedimento concluso, la rivitalizzazione dell’area».
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