Istituto Gran Sasso pronto a partire

Il ministro Barca: L’Aquila sarà capitale della ricerca Scelto il direttore, sarà il professor Eugenio Coccia

L’AQUILA. Rendere L’Aquila capitale degli studi universitari e della ricerca. È l’obiettivo con cui la Scuola sperimentale di dottorato internazionale Gran Sasso Science Institute (Gssi) ha compiuto un nuovo, importante passo verso la piena operatività: si sono conclusi i lavori del Comitato Ordinatore che ha definito piano strategico e Statuto dell’Istituto. Lo rende noto il ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca. I dettagli del piano strategico verranno illustrati mercoledì 1 agosto alle 10 ad Assergi, nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare), alla presenza del ministro per la Coesione territoriale e del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo.

Fisica, Matematica, Informatica, Management dell’Innovazione e dello Sviluppo Territoriale saranno le materie oggetto di insegnamento superiore e di ricerca, in collaborazione «con prestigiosi istituti di istruzione post-universitaria italiani ed esteri. Importanti sinergie con l’Università dell’Aquila e con le aziende abruzzesi andranno inoltre ad arricchire l’attrattiva della futura città e del suo territorio».

L’Istituto sarà diretto dal professor Eugenio Coccia, già direttore del Laboratori del Gran Sasso dell’Infn, e inizierà le sue attività didattiche e di ricerca a settembre 2013.

Oltre ai ministri Barca e Profumo, interverranno il presidente della Regione Gianni Chiodi, il presidente dell’Infn Fernando Ferroni, il direttore dei Laboratori del Gran Sasso Lucia Votano, il direttore del Gssi Eugenio Coccia.

Intanto in città si discute sulla struttura che dovrà ospitare il Gssi. Il ministro aveva proposto l’ex asilo Primo Maggio che però il Comune, ha ribadito l’assessore Stefania Pezzopane, intende destinare ad attività sociali e per i giovani. Si sta cercando quindi un’altra soluzione e provvisoriamente è stato proposto l’utilizzo dell’ex Isef alla villa comunale. Altra soluzione potrebbe essere la localizzazione nella parte dell’ex ospedale San Salvatore non utilizzata dall’Università.

La speranza è che non ci si perda in chiacchiere come spesso accade all’Aquila.

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