L’abbraccio di tremila giovani per lo straziante addio a Gioia 

Il feretro salutato tra due ali di folla dai palloncini bianchi e dalle note di “Buon viaggio” di Cremonini L’omelia di don De Foglio per la ventenne morta domenica nello scontro: «Ragazzi, amatevi di più»

AVEZZANO. Il sorriso di Gioia Muliere ha illuminato la cattedrale e la sua risata ha rotto il drammatico silenzio di un’intera comunità provata dalla sua scomparsa. Oltre tremila persone hanno preso parte ieri pomeriggio all’ultimo addio alla studentessa universitaria morta domenica mattina in un incidente stradale alle porte di San Benedetto dei Marsi. Stretti in un unico abbraccio il papà Gianluca Muliere, la mamma Silvia Gallipoli e il fratello gemello Mattia. Con i volti chini e gli occhi coperti da grandi occhiali neri, centinaia di amiche e amici all’uscita del feretro hanno guardato il cielo e lanciato baci per farli arrivare fin lassù alla loro amica speciale.
LA FUNZIONE
Le parole di Una piccola stella di Ultimo hanno accompagnato l’ingresso del feretro in cattedrale tra due ali immense di folla. Sia dentro e sia fuori, migliaia di persone in silenzio hanno atteso l’inizio della funzione celebrata da don Andrea De Foglio, vice parroco di San Rocco, con diversi sacerdoti di Avezzano e della Marsica. Ad accogliere la bara bianca coperta da una cascata di rose i genitori e il fratello. Accanto il sindaco di Avezzano Gianni Di Pangrazio, il primo cittadino di San Benedetto dei Marsi Antonio Cerasani, il presidente di Confcommercio Avezzano Giuliano Montaldi, il consigliere regionale Massimo Verrecchia, e poi familiari, amici, tanti commercianti della città, l’Angizia Luco, squadra dove gioca Mattia Muliere, e molti cittadini arrivati per dare l’ultimo saluto alla giovane.
La sua morte, avvenuta domenica all’alba a seguito di un incidente stradale lungo via Francesco Ippoliti, alle porte di San Benedetto dei Marsi, ha sconvolto tutti. L’Alfa Romeo Mito sulla quale viaggiava insieme il fidanzato (ora indagato per omicidio stradale) si è schiantata contro un muro al lato della strada. La studentessa di Economia e commercio all’università La Sapienza di Roma è morta sul colpo, lasciando l’intera comunità nel buio, come ricordato da don Andrea De Foglio nell’omelia.
IL MONITO
Si è rivolto ai genitori e agli amici il religioso durante l’omelia e a loro ha detto: non siete soli. «In questi giorni pasquali dove la luce della risurrezione sfolgora, abbiamo vissuto nel buio», ha precisato il sacerdote, «ma ora da cristiani dobbiamo dire a Gesù vieni a illuminare anche questa nottataccia. La nottataccia di Gianluca, di Silvia, di Mattia e dei tanti amici, perché senza quella luce saremmo dei disperati». Don Andrea ha chiesto ai presenti di consolarsi a vicenda e di consolare la famiglia. «Il papà mi diceva che per lui oggi (ieri per chi legge, ndr) è il Venerdì santo, ma io l’ho rassicurato e gli ho ricordato che dopo verrà la Pasqua», ha continuato il sacerdote. «Gioia ci dice di credere di più in Gesù che è risorto per noi. Lui ci dice amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Proprio come lei ha amato i suoi familiari, i suoi amici e tutti voi».
Un monito è stato rivolto ai tanti giovani presenti ai quali don Andrea ha chiesto «di essere più uniti e vicini. Dobbiamo essere noi i consolatori della sua famiglia quando i riflettori si spegneranno. Amiamoci e amatevi di più ragazzi. A te Gioia chiediamo di essere vicino ai tuoi familiari e di avere una mano su questa gioventù che ti ama e ti appartiene».
I MESSAGGI
Le parole del sacerdote sono state interrotte solo dai canti che hanno accompagnato l’omelia e creato quell’armonia che ha riportato nei ricordi dei presenti attimi vissuti insieme alla ventenne. Lo scambio della pace è stata l’occasione per stringersi in un abbraccio di sostegno con il quale in tanti hanno voluto trasmettere un po’ di forza e di coraggio ai genitori straziati dal dolore. A rompere il silenzio è stato lo zio di Gioia, Remo Gallipoli, che ha ricordato i suoi primi istanti di vita nell’incubatrice stretta al fratello Mattia a pochi passi dalla cattedrale, nella clinica Di Lorenzo, dove i gemelli sono nati. «Abbiamo subito capito che amarla sarebbe stato facilissimo», ha rammentato lo zio, «perché la sua bellezza esteriore era niente in confronto a quella interiore. Gioia era una donna forte, testarda, con gli obiettivi chiari. Lei sapeva quello che voleva: era affettuosa, semplice e indipendente. Nei tuoi occhi Mattia troveremo sempre il suo sorriso». Commovente l’intervento dell’anziano zio Antonio che facendo sue le parole di Sant’Agostino sulla morte ha ammesso di «non riuscire a trovare una giustificazione per questa scomparsa improvvisa». Un gruppo di ex compagne dell’Istituto commerciale Galileo Galilei ha ricordato alcuni momenti vissuti tra i banchi di scuola, confermando che «Gioia vivrà per sempre nei nostri cuori». Il sindaco Di Pangrazio ha portato il cordoglio di un’intera città alla famiglia. «Questa chiesa è piena di gente», ha affermato, «è arrivata qui per accompagnare Gioia nel suo ultimo viaggio, nella certezza che un giorno ci ritroveremo». Le rime di Buon viaggio, celebre canzone di Cesare Cremonini, hanno accompagnato la bara bianca verso l’uscita, dove da un maxi schermo sono stati proiettati brevi video e foto della ventenne. Dalla prima candelina all’ultima discesa sugli sci, e poi i bagni al mare, gli scatti sotto la Tour Eiffel, gli scherzi ai nonni e quel sorriso che ha illuminato il buio di questi drammatici giorni. All’uscita gli amici hanno lanciato in aria dei piccoli cuori bianchi mentre la mamma e il papà per mano hanno alzato gli occhi al cielo per salutare, insieme a Mattia, la loro Gioia.
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